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Una scena di Dafne

Dafne: recensione del film di Federico Bondi presentato alla Berlinale

Dafne è il film di Federico Bondi presentato alla Berlinale di quest’anno, dove ha ottenuto il premio Fipresci nella sezione Panorama.

Dafne: sinossi

Una scena di Dafne

Dafne è una ragazza con la sindrome di Down e ha un’energia vitale tutta sua, capace di trainare le persone intorno a sé. Durante una vacanza con i genitori, la madre improvvisamente muore, lasciando Dafne e il padre Luigi nella più profonda tristezza. Dopo il ritorno alla vita quotidiana, Dafne si farà coraggio e tornerà a lavorare come commessa alla Coop, dove viene calorosamente accolta dai colleghi, che l’aiutano ad affrontare quel brutto momento. Il padre Luigi invece soffre terribilmente la mancanza della moglie e cade in depressione. Sarà Dafne questa volta a dover aiutare l’amato genitore.

Dafne: le nostre impressioni

Una scena di Dafne

Il film di Federico Bondi affronta una tematica delicatissima – parlare di una persona affetta da sindrome di Down – all’interno di un contesto estremamente complicato – quello del lutto famigliare – con grandissimo coraggio, attenzione e leggerezza. La drammaticità della storia è gestita in modo davvero originale, soprattutto grazie al talento fuori dal comune della giovane attrice protagonista Carolina Raspanti, che conquista inevitabilmente la simpatia del pubblico e che domina lo schermo con un carisma sorprendente. Con una disinvoltura davvero notevole, Carolina ha costruito un personaggio commovente ed energico ed è stata una presenza fondamentale per la stesura e lo sviluppo stesso della sceneggiatura, modificata in corso d’opera proprio con un suo diretto intervento.

Una scena di Dafne

Con quel temperamento entusiasta ed esplosivo che manca alla maggior parte dei personaggi che gravitano a lei e che non presentano problemi simili al suo, Dafne affronta il ritorno alla vita quotidiana, alla casa più vuota di prima, al lavoro, riuscendo a mantenere uno spirito combattivo e una sensibilità davvero inaspettati. Il ritorno alla routine è una sfida nella quale i ruoli di padre e figlia, di persona “normale” e non, vengono fortemente messi in discussione e persino ribaltati. Non è la persona che si tenderebbe a considerare più debole (una figlia con la sindrome di Down) ad aver bisogno di protezione, ma quella che dovrebbe in teoria sostenere la figlia davanti ad un lutto (un genitore normale). Il cuore pulsante del film è la quotidianità stravolta cui sono costretti i due personaggi i quali però, come dice il personaggio di Dafne, sono lavoratori, gente che si dà da fare, una squadra. Ed è una routine fatta di alti e bassi, di momenti di comicità e di crollo emotivo, due estremi che vengono conciliati con grande equilibrio e grazia.

Con una regia semplice e fresca, Bondi assembla una storia toccante che rende omaggio a quella forza nascosta che le persone apparentemente più indifese sono in grado di dimostrare, quella forza che permette di affrontare il dolore e trasmettere tenerezza anche quando sembra impossibile.

Si ride e ci si commuove durante il racconto di questo quadretto familiare che non pretende di avere nulla di straordinario: sono i dialoghi e le relazioni interpersonali ad essere protagonisti di una storia senza particolari climax narrativi, ma che ammalia e intenerisce.

Dafne

valutazione globale - 7

7

Spiritoso e commovente

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Dafne: giudizio in sintesi

Una scena di Dafne

Con una regia essenziale e fresca, Federico Bondi racconta una storia commovente, riflettendo sul ribaltamento dei ruoli genitoriali e sulla potenza dell’energia che le persone apparentemente più deboli sono in grado di dimostrare in momenti difficili. Il personaggio di Dafne è interpretato da una talentuosa Carolina Raspanti, che con il suo carattere vivace e sensibile riesce a far sorridere e a far commuovere il pubblico. Protagonista assoluta è la nuova routine cui sono costretti i due personaggi di Dafne e Luigi, la quotidianità stravolta nella quale si affronta il dolore del lutto familiare, un nemico con cui si può solo imparare a convivere.

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