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Miley Cyrus

Black Mirror 5: recensione dell’episodio 5.03 Rachel, Jack and Ashley Too

Rachel, Jack and Ashley Too è il terzo ed ultimo episodio della quinta stagione di Black Mirror, diretto dalla regista norvegese quasi Premio Oscar Anne Sewitsky, nota al pubblico per il film del 2010 Happy, Happy. Con toni ben diversi rispetto al filone cupo dell’episodio tipo di Black Mirror (comunque di sottofondo all’intera narrazione), Rachel, Jack and Ashley Too è un prodotto interessante per la gestione del personaggio di punta, ovvero Ashley/Miley Cyrus, con risvolti leggeri ma che si distanzia dall’atmosfera angosciante che tutti ci aspettiamo.

Black Mirror 5, “Rachel, Jack and Ashley Too”: sinossi

Rachel (Angourie Rice) è una quasi quindicenne timida e impacciata che si trova a gestire tante novità nella sua vita: casa nuova, scuola nuova, un nuovo assetto familiare dopo la morte della madre. Si trova così a crescere in una casa dove vive con la cupa sorella Jack (Madison Davenport) e il padre, un derattizzatore. In un mondo che non sembra accorgersi di lei, Rachel vede nella sua cantante preferita Ashley O (Miley Cyrus) un rifugio sicuro, colei che sa motivarla con i suoi messaggi positivi. Durante un’intervista, la cantante pubblicizza una nuova bambola, Ashley Too, programmata come la sua mente. Rachel ne ottiene una per il compleanno, iniziando ad esplorare la mente di Ashley. Al contempo, la cantante attraversa una crisi artistica e d’esistenza, da cui sembra non poter uscire a causa di troppe restrizioni, tra cui spunta l’autoritaria zia/manager Catherine (Susan Pourfar).

Black Mirror 5, “Rachel, Jack and Ashley Too”: le nostre impressioni

Prima di commentare quello che è l’episodio di per sé, è necessario sottolineare subito l’evidente cambiamento di tono percepibile in questa stagione di Black Mirror: il crescendo di angoscia e preoccupazione che accompagnava lo spettatore negli episodi delle scorse stagioni sembra scomparso, o meglio, va attenuandosi sempre più in un climax discendente, toccando toni leggeri e ironici. Sì, ironici, quasi da film per adolescenti. Ma quella morsa intorno alla gola rimane sempre lì, dietro l’angolo, pronta a saltare fuori, dando un tono comunque dolceamaro alla narrazione.

Una scena di Black Mirror 5

Il tema tecnologico (e la sua critica) in quest’episodio, che è da sempre uno dei fuochi che alimenta Black Mirror, è in questo caso legato a dispositivi che possono riprodurre la mente umana, intelligenza artificiale pura, plasmata in questo caso su una ragazza dalle due facce. L’altra tecnologia a cui si fa riferimento è un dispositivo in gradi di leggere le onde celebrali e perciò le produzioni mentali di Ashley da sedata. Sebbene spiegato grossolanamente, questi dispositivi suonano familiari: è notizia recente la creazione di interfaccia computerizzate che sembrano aver preso per un brevissimo momento il sopravvento durante un esperimento di conversazione con un team di scienziati. Così come ci suonano familiari notizie riguardo la lettura dell’attività celebrale durante il sonno. E poi gli ologrammi, la riproduzione tramite tecnologia aumentata. Insomma, tutto suona molto familiare in questo episodio di Black Mirror, in un modo inquietante.

Giocare su questo aspetto, la verosimiglianza degli eventi narrati, ricalcati dalla nostra realtà per poi incontrare sviluppi a volte esagerati, a volte più sottili ma che fanno pensare “e se succedesse davvero?”. Questa costante sensazione di oppressione, l’istinto che ti fa volgere lo sguardo dietro la tua spalla, che ti dice di stare all’erta è ciò su cui punta Black Mirror da sempre, e lo fa anche in questo episodio, con toni però più leggeri. I personaggi, che sono stati in grado di veicolare queste sensazioni, hanno fatto immergere lo spettatore in questa dimensione angosciosa, sentimento crescente mano a mano che il luccichio della fama aumentava. E’ facile sentirsi come Rachel, che si aggrappa a stralci costruiti di personalità, dove di vero non c’è niente. Ma tanto basta che siano ben confezionati, giusto? La denuncia all’omologazione dilagante, dove tutto deve essere costruito per una logica di consumo che uccide lentamente è evidente, soprattutto nella narrativa dedicata al rapporto tra l’avida zia Catherine e Ashley.

Per quanto riguarda quest’ultima, l’interpretazione data da Miley Cyrus, che ha sicuramente fatto storcere il naso a molti, è risultata convincente poiché reale. L’attrice e cantante stessa ha vissuto sulla sua pelle quello che ha vissuto Ashley: la fama, le ingerenze economiche, lavorative e le aspettative dei fan possono davvero distruggerti, e portarti a intraprendere strade inusuali. Inoltre, per citare toni ben più “leggeri”, Miley/Hannah Montana/Ashley hanno vissuto sulla loro pelle (finzionale o meno) il dover passare da un ruolo all’altro, da personaggio pubblico a persona così tante volte da confondere le due realtà, facendo sempre più fatica ad uscire dal personaggio di scena.

Una scena di Black Mirror

Una crisi profonda la scuote, e così facendo Charlie Brooker, sceneggiatore storico di Black Mirror, centra un altro tema ricorrente dello show, ovvero il corto circuito esistenziale. Che sia esso vissuto da una pop star, da un uomo divorato dai ricordi, da una donna che vive col senso di colpa, i protagonisti di Black Mirror a loro modo vivono sempre lo stesso calvario, la fine di ogni resistenza di fronte a un sistema, produttivo o meno, che li ha masticati e sputati senza lasciar loro niente.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, Rachel, Jack and Ashley Too sembra un episodio senza grossi difetti, anzi, che centra a modo suo le tematiche classiche di Black Mirror. Tuttavia, se ci troviamo di fronte a un arsenale tematico qualitativamente consistente, la struttura narrativa non rende giustizia all’episodio. La narrazione, che copre circa 68 minuti, sembra essere tripartita: da una fase iniziale alquanto amalgamata per presentare la vita delle protagoniste, Rachel e Jack da una parte, Ashley dall’altra, passiamo ad un’improvvisa divisione fra i due filoni. La prima parte è più vicina al classico episodio di Black Mirror, fatto di ossessioni, paranoie, disturbante, mentre la seconda è fin troppo spensierata, ben lontana dal tono a cui siamo abituati guardando lo show.

Black Mirror 5 - Rachel, Jack and Ashley Too

Valutazione globale - 6.5

6.5

Tematiche qualitativamente ottime ma con una sceneggiatura debole

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Black Mirror 5, “Rachel, Jack and Ashley Too”: un giudizio in sintesi

Il terzo e ultimo episodio della quinta stagione di Black Mirror, Rachel Jack and Ashley Too, è un prodotto attuale e capace di far immedesimare lo spettatore in un mondo fatto di apparenze, dove nuove tecnologie sembrano minacciare il nostro status di individui senzienti, unici, irripetibili. L’avanzata tecnologica va di pari passo all’affresco di un personaggio come quello di Ashley O, interpretato da un’inaspettata Miley Cyrus, tormentato e assoggettato a una logica di mercato che spersonalizza, facendo l’occhiolino al nostro mondo sempre più omologante. Questo bagaglio tematico però qualitativamente valido non è sostenuto da una sceneggiatura valida, invalidando a lungo termine la resa dell’episodio.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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