Home / Recensioni / Beautiful Boy: recensione del film con Timothée Chalamet e Steve Carell
Beautiful Boy: recensione

Beautiful Boy: recensione del film con Timothée Chalamet e Steve Carell

Finalmente anche nelle sale italiane, Beautiful Boy è stato presentato in anteprima mondiale in occasione dell’ultima edizione del Toronto International Film Festival (settembre 2018). Diretta da Felix Van Groeningen e sceneggiata da Luke Davies, la pellicola ha per protagonisti Steve Carell e Timothée Chalamet.

Beautiful Boy: sinossi

Per il giornalista David Sheff, il destino di suo figlio Nicolas, giovane sensibile, colto e pieno di vita, era già scritto: compiuti i 18 anni, il ragazzo avrebbe continuato gli studi, intraprendendo una brillante carriera universitaria. Purtroppo, però, il mondo di David comincia a sgretolarsi quando scopre che Nic fa uso di sostanze stupefacenti dall’età di 12 anni. Da consumatore occasionale, il giovane si addentra sempre più nel tunnel senza uscita della droga, e diventa dipendente dalle metamfetamine. Realizzando che il suo Nic non è altro che un estraneo ormai, un perfetto sconosciuto in balia della tossicodipendenza, David non sa più come fare per aiutarlo, cosa che lo porta a confrontarsi non solo con i propri limiti, ma anche con le paure della propria famiglia.

Beautiful Boy: le nostre impressioni

Beautiful Boy: recensione

Ispirandosi ai romanzi autobiografici Beautiful Boy – A Father’s Journey Through His Son’s Addiction di David Sheff e Tweak – Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic (entrambi editi nel 2008), Felix Van Groeningen e Luke Davies raccontano la drammatica esperienza di un padre che deve fare i conti con i problemi legati alla tossicodipendenza del figlio, e per farlo decidono di non portare sullo schermo una storia dalla narrazione lineare. Mescolando al suo dramma il ritratto di un adolescente alle prese con un’acuta e incomprensibile sofferenza esistenziale, e quello di un padre che cerca di capire in cosa ha potuto sbagliare e in che modo può salvare il proprio ragazzo, Beautiful Boy si arricchisce costantemente, sforzandosi di esplorare tutte le possibili piste e direzioni che si presentano a questa storia.

Beautiful Boy: recensione

Il film non si limita quindi ad una mera denuncia contro la droga, e assume i toni di una storia d’amore famigliare, indagando in modo autentico e realistico i rapporti tra genitori e figli attraverso il dramma di questo padre che vede ritorcersi contro di lui l’alchimia che lo lega al proprio ragazzo. L’apporto di Van Groeningen al genere è proprio quello di rifiutare il preconcetto secondo cui la droga sarebbe associata quasi esclusivamente a situazioni di precarietà, e di osservare, con la dovuta distanza, in che modo una famiglia per bene possa essere coinvolta nell’ingranaggio infernale della tossicodipendenza. Steve Carell interpreta qui con abile consapevolezza un padre amorevole e deciso a tutto pur di tirar fuori il proprio ragazzo dal terribile tunnel in cui è intrappolato: il suo personaggio vive infatti del rapporto con il figlio Nic (menzione particolare per l’interpretazione dell’enfant prodige Timothée Chalamet), al quale è legato da una complicità e un’amicizia speciali.

Beautiful Boy: recensione

Sebbene per il grande pubblico sia naturale empatizzare con una storia di questo tipo – per lo più “già vista” – va riconosciuto a Van Groeningen e Davies il tentativo (riuscito!) di scampare ad un lirismo troppo facile e scontato: un esempio è dato dalla scelta di proporre una musica intradiegetica notevole, che dai Sigur Rós a Neil Young, si vuole in continuo dialogo tra i due protagonisti, metafora delle loro passioni comuni e dell’unicità del loro legame. Inoltre, nel viaggio senza ritorno di David e Nic, gli sbalzi temporali tra i giorni spensierati e felici, e quelli più oscuri infondono alla pellicola una malinconia tangibile: la speranza iniziale si trasforma man a mano in cupa rassegnazione, in un’ambivalenza di sentimenti che accompagna lo spettatore per tutta la visione del film.

Beautiful Boy

valutazione globale - 7

7

una toccante storia d'amore padre-figlio trainata dalle brillanti performance di Steve Carell e Timothée Chalamet

User Rating: 4.41 ( 1 votes)

Beautiful Boy: giudizio in sintesi

Con Beautiful Boy, Steve Carell e Timothée Chalamet regalano due performance brillanti e viscerali per raccontare la straziante esperienza di David Sheff nel vedere il proprio figlio Nic diventare dipendente dalla droga, e dei suoi innumerevoli e disperati tentativi di salvarlo. Una storia di resilienza in cui vengono travolte tutte le aspettative di un padre sempre presente e di una famiglia calorosa, impotenti di fronte all’inaspettata piega che ha preso la vita del loro giovane e promettente ragazzo. Quello di Felix Van Groeningen e Luke Davies è un racconto intriso di drammaticità ed emotività, in cui alcuni cliché vengono scongiurati non solo grazie alle efficaci interpretazioni dei due protagonisti, ma anche grazie ad alcuni espedienti narrativi – colonna sonora in primis – capaci di apportare al genere e alla denuncia sociale delle prospettive inedite.

Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook

About Alice Tonasso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *