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Una scena di Peterloo

Peterloo: recensione del dramma storico di Mike Leigh

Presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Peterloo è l’ultimo lavoro di Mike Leigh, con Rory Kinnear, Maxine Peake e Neil Bell.

Peterloo: la sinossi

Una scena di Peterloo

All’indomani della disfatta di Napoleone a Waterloo, il trombettiere inglese Joseph torna a casa, a Manchester, dalla sua famiglia di umili operai. Nell’Inghilterra uscita vincitrice dallo scontro, la situazione politica è instabile tra problemi sociali, malcontento diffuso, sfruttamento delle classi operaie e un acceso dibattito politico. Nel 1819 viene organizzato un raduno pacifico e pro-democratico a St. Peter’s Field a Manchester che passerà alla storia come Massacro Peterloo, una delle pagine più tristi della storia britannica, in cui i manifestanti furono ferocemente caricati dalle forze dell’ordine. Il film racconta tutte le fasi che hanno portato all’organizzazione del raduno.

Peterloo: le nostre impressioni

Dopo l’esperienza del biopic su Turner, Mike Leigh torna a girare un film d’epoca che descrive, nei minimi dettagli, tutte le vicende che hanno portato alla manifestazione operaia a St. Peter’s Field a Manchester ed i fatti che l’hanno iscritta nella storia come Massacro di Peterloo.

Una scena di Peterloo

Bisogna ammettere che Peterloo non è assolutamente un film di facile visione, è un progetto ostico ma allo stesso tempo ambizioso. La minuzia di particolari, la descrizione dettagliata delle posizioni dei vari gruppi politici, l’ambientazione curata nei minimi dettagli avvicinano questa pellicola più ad un documentario recitato che ad un film romanzato. Il tutto rende Peterloo un affresco storico e sociale sugli abitanti del Regno Unito dei primi dell’Ottocento.  Ogni scena, giustapposta o in contrasto alla precedente, è funzionale all’esplicitare le posizioni e le differenze di status, ideologie e cultura. Nel corso della pellicola si crea un’idea concreta su un’aristocrazia sempre più avulsa dal suo contesto storico, una borghesia intenta a mantenere anacronistici privilegi ed un proletariato oppresso ed in cerca di riscatto.

Peterloo di Mike Leigh non è però solo questo, è una lunga interrogazione sul senso più profondo di democrazia, sull’eterna lotta fra chi detiene il potere e chi è in condizioni di disagio oltre che sul modo di fare politica. Se si analizzano i numerosi comizi e le numerose interazioni fra i personaggi si nota in maniera netta che, anche gli uomini armati delle migliori intenzioni ideologiche che amano perseguire fini universalistici, si lasciano travolgere da ambizioni personali e personalismi che, pur sembrando totalmente fuori luogo, sono perfettamente in linea con la natura umana.

Una scena di Peterloo

Da un punto di vista stilistico non possiamo che elogiare il lavoro svolto. Il tutto viene confezionato con estrema maestria, in modo scenograficamente imponente e storicamente accurato, costruendo inquadrature ampie come tele pittoriche. L’alternanza delle inquadrature ed una fotografia naturale esaltano le differenze, i contrasti, fra le vite dei vari ceti sociali.

La costruzione tecnica della scena finale è praticamente perfetta, si avverte la folla e tutta la progressione di emozioni che le persone provano: l’allegria, la rabbia e la paura. Peccato che sia veramente lunga, in alcuni momenti didascalica, tanto da disinnescare un po’ quel climax emotivo che poteva essere raggiunto così facilmente con i presupposti dati ma che si è voluto sacrificare in nome della maggiore descrizione storica.

Peterloo

Valutazione globale - 7

7

Film di difficile visione, ma un grandioso affresco storico

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Peterloo: giudizio in sintesi

Una scena di Peterloo

In definitiva ci troviamo di fronte ad un’opera tecnicamente ineccepibile che racconta una delle pagine più importanti (e meno conosciute) della storia del Regno Unito, con un sottotesto importante. L’unica pecca che possiamo trovargli è un’estrema lunghezza, una certa tendenza alla prolissità, che castra emotivamente una scena finale altrimenti perfetta.

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About Mirko Ballone

Classe 1986, mi interesso a tutto quanto ruoti intorno alla comunicazione ed al raccontar storie. Mi appassiono giovanissimo alla fotografia e da lì alla settima arte il passo è breve. Rimango folgorato da Hitchcock, Kubrick, la Nuovelle Vague e dai grandi del cinema italiano; da allora non riesco più a fare a meno di sognare davanti ad un grande schermo. I viaggi, il cinema, le serie tv, i buoni libri e la buona tavola occupano la maggior parte della mia giornata, nei ritagli di tempo cerco di vivere.

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