Al Torino Film Festival è approdato Wildlife, il film che segna l’esordio alla regia di Paul Dano. Un dramma familiare con Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal, basato sul romanzo Incendi di Richard Ford.
Wildlife: sinossi
Montana, anni Sessanta. Jerry (Jake Gyllenhaal) si è da poco trasferito con la moglie Jeanette (Carey Mulligan) e il figlio Joe (Ed Oxenbould) in una nuova città dove lavora in un campo da golf. Il suo improvviso licenziamento sconvolge il delicato equilibrio della famiglia, solo apparentemente perfetta. Jerry tenta di ritrovare sé stesso unendosi agli uomini impegnati a spegnere gli incendi divampati al confine con il Canada, mentre la moglie Jeanette, sola e fragile, cerca di dare nuovo senso alla sua vita e alla sua femminilità di donna ferita. Joe è spettatore silenzioso di questa disgregazione familiare che lo lascia solo e in balia di sé stesso.
Wildlife: le nostre impressioni
L’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Paul Dano si apre all’insegna di un dramma familiare collocato nell’America degli anni ’60. A dare forza alla storia un cast di primo livello in cui Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal, nei panni di un uomo e una donna insoddisfatti dalle loro vite, danno rinnovata prova del loro talento. Carey Mulligan si conferma un’attrice di grandi doti. Vera protagonista della sezione centrale del film, la sua immagine di donna in crisi, che si ritrova a sedurre un uomo ricco ma che non ama pur di garantire a sé e al figlio una ritrovata serenità, è una delle parti migliori dell’intera pellicola.
Ma non bastano i nomi di due attori navigati a fare di Wildlife un film pienamente riuscito. Il tema scelto, quello della disgregazione dei legami familiari, è oramai stato da tempo sdoganato al cinema e qui non riesce a trarre giovamento da nessuna nuova capacità inventiva. La sceneggiatura, di cui lo stesso Dano è coautore insieme a Zoe Kazan, è a tratti debole e non giustifica il degenerare tanto repentino delle sorti di una famiglia che fino al minuto prima sembrava avvolta da un’aurea di imperturbabile serenità. Apprezzabile, invece, da un punto di vista tecnico della messinscena, l’utilizzo di molte inquadrature fisse e dei molti primi piani che scrutano i volti dei protagonisti andando a scavare nelle loro più recondite emozioni. Tutto virato sui toni pastello e su atmosfere fatte di luci tenue e soffuse, è però l’intero film a restare impastato in questa indefinitezza in cui, davanti a ottime premesse e a spunti interessanti, si avverte però la mancanza del tocco di un autore più maturo e consapevole.
Un buon potenziale per un dramma familiare acerbo e a tratti incertoWildlife
Valutazione globale - 6.5
6.5
Wildlife: un giudizio in sintesi
Paul Dano, dopo i ruoli che ne hanno costellato la carriera, decide di passare dall’altro lato della macchina da presa, esordendo con Wildlife, dramma familiare. Una storia con un buon potenziale, ma che non viene sviluppata in modo sempre convincente. Un certo estetismo della messinscena, infatti, non basta a dare sostanza alla ricostruzione delle delicate dinamiche affettive che legano i protagonisti della storia, rivelando lo sguardo ancora incerto di un’autore che si avvia a compiere solo ora i suoi primi passi nel mondo della regia.
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