Paterson: Jim Jarmusch è il poeta della vita quotidiana
Adam Driver è Paterson, un autista di autobus che vive a Paterson, New Jersey, nell’ultimo omonimo capolavoro di Jim Jarmusch. Ma, Paterson è anche il sognatore senza pretese che scrive poesie sulla semplicità della vita nel suo taccuino segreto, coltivando una passione per le poesie di Williams Carlos Williams. Scrive, ad esempio, dei nuovi fiammiferi acquistati dalla compagna Laura (Golshifteh Farahani), un eccentrico personaggio creativo cambia costantemente idea sul proprio futuro. A movimentare, e a motivare la quotidianità, c’è Marvin, il loro bulldog inglese. È in questi tre protagonisti e un circondario minore di personaggi secondari che Jim Jarmusch concentra la sua poetica della quotidianità, lasciando gli spettatori estasiati, divertiti e commossi dalla bellezza di una giornata.
Paterson: gesti, ripetizioni e geometrie
È proprio in sette giornate che il film svolge il suo percorso narrativo, donando al film il dono della ripetizione. Una ripetizione che altera, a poco poco, di giorno in giorno attraverso gesti e geometrie. Un grande merito nel conferire al film un senso di staticità costantemente in movimento, va dato al production designer Mark Freidberg, alla set decorator Lydia Marks e alla costumista Catherine George che hanno creato un’estensione della coppia proprio nell’arredamento del loro appartamento e nei loro costumi. Paterson è circondato da personaggi buoni e costanti, che popolano serate tranquille di fronte ad una birra. Tra questi vi sono Doc, interpretato da Barry Shabaka Henley, ed i tanti passeggeri dell’autobus, di cui Paterson ascolta le conversazioni, ricavando altro materiale sulla bellezza della quotidianità per le sue poesie.
Paterson: la poesia e il sogno nel cassetto
La poesia è certamente un elemento chiave del film, ne definisce quasi la fibra narrativa, con tempi lunghi e lenti, che seguono il tempo della vita, scovando la meraviglia del dettaglio. Laura tenta di convincere Paterson a far pubblicare le sue poesie, è un personaggio che rappresenta i grandi sogni e le grandi ambizioni dettate dalla confusione. Paterson è un personaggio che rappresenta i sogni nel cassetto, quelli che, forse, si vorrebbero lasciare nascosti, per poi ritrovarsi ad ammirarli nella banalità di tutti i giorni.
Paterson: Adam Driver, l’evoluzione di un intimista
L’evoluzione interpretativa di Adam Driver è fenomenale e questo film ne conferma lo status come uno dei migliori attori intimisti in circolazione. Pensando al suo ruolo come Adam, in Girls, possiamo quasi ritrovare un’affinità nell’evoluzione dell’attore e del suo personaggio nella serie. Proprio in Girls, Adam è un attore in cerca della propria voce e della propria strada, ed è evolvendosi nelle sue interpretazioni che il personaggio evolve nella vita e nelle relazioni personali, cambiando radicalmente rispetto al ragazzino immaturo ed egoista della prima stagione. Jim Jarmusch ha permesso all’attore di esplorare il suo intimismo, rivelandone un talento che non smette di stupire e che siamo curiosi di vedere in Silence di Martin Scorsese.
Paterson: un capolavoro sulla meraviglia del banale
Bellissimo e puro, Paterson è uno dei film più convincenti del 2016, un film per tutti, proprio perché parla di tutti ed un personaggio che, come Jarmusch, usa la semplicità delle parole e degli sguardi, per creare un capolavoro.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook
Paterson
Valutazione Generale
Una poesia sulla quotidianità
Invece io l’ho trovato solo noioso e monocorde come film, basato volutamente sul racconto del nulla, alla fine non racconta nulla, e per me questa è una mancanza totale a livello cinematografico. Io ho bisogno di una storia da seguire che mi dia qualcosa, mentre Paterson l’ho trovato emozionante come guardare la lavatrice in centrifuga, con un tentativo di poetica abbastanza scialbo e banale, ripetitivo fino allo sfinimento.
Per me questo non è nemmeno un film, è solo onanismo intellettuale di Jarmusch
d’accordo con te. ma poi, nei giorni, scopro che qualcosa di quel Paterson è lì con me ogni giorno. E ora, dopo il film, è riconoscibile, riconducibile a quella meccanica del quotidiano su cui il film spalanca gli occhi.