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I protagonisti di Mindhunter parlano del loro lavoro con David Fincher

Uno degli originali Netflix più interessanti del 2017 è certamente la serie Mindhunter, prodotta e in parte realizzata (4 episodi su 10) dal regista David Fincher (Fight Club, The Social Network e la serie tv House of Cards).

Se vuoi leggere la recensione della prima stagione di Mindhunter, clicca qui

La serie, tratta dall’omonimo romanzo del 1996 di John Douglas e Mark Olshanker, è ambientata nel 1979 e ruota attorno all’impulso allo studio della criminologia dato dall’agente dell’FBI, Holdern Ford.

Mindhunter, la serie sulla storia della criminologia e la nascita dei profiler

Jonathan Groff e Holt McCallany sono i protagonisti nel ruolo di due agenti in giro per le carceri d’America. Il loro lavoro consiste nel parlare con noti killer pluriomicidi. Obiettivo finale è comprenderne la psicologia e il profilo comportamentale al fine di migliorare il lavoro investigativo dell’FBI.mindhunter

Holt McCallany, Anna Torv e Jonathan Groff hanno di recente rilasciato una videointervista per il magazine Collider, durante la quale hanno raccontato della loro esperienza con il regista David Fincher.
Qui di seguito degli estratti dello loro dichiarazioni.

Per guardarvi l’intera videointervista cliccate qui

Holt McCallany: “Ho già lavorato in passato un paio di volte con David Fincher in ruoli minori (Fight Club) e l’essere stato scelto come protagonista per questa serie rappresenta una grande promozione, di cui sono molto felice. David Fincher è uno dei più grandi registi della sua generazione e lavorare con lui è una sfida continua di cui non ci si può certo lamentare”.

Jonathan Groff: “Quando mi arrivò la richiesta di David Fincher mi trovavo a New York impegnato in un musical e non ho potuto rifiutare la sua offerta di prendere parte alla serie”.

Holt McCallany: “Prima di iniziare le riprese abbiamo avuto modo di conoscere nelle linee generali la trama delle stagioni di cui si comporrà la serie. Ma, solo nel corso della lavorazione della prima stagione, alcuni dettagli sono diveuti più chiari. Il plot generale si basa sul romanzo da cui è ispirata la serie, ma solo nei tratti salienti. È inevitabile che quando ci si trova sul set l’attore porti il suo vissuto nella storia e interpreti il proprio personaggio in modo personale, che non coincide con l’immaginazione dello scrittore”.

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Fonte: Collider

About Biancamaria Majorana

Scrittrice occasionale, irriducibile amante del cinema e delle serie TV, ma sopratutto curiosa per vocazione. Ho scoperto il cinema che non ero più piccolissima, ma ho fatto del mio meglio per recuperare il gap e oggi consumo voracemente film e serie televisive ogniqualvolta mi sia possibile. Non sono certa di nulla, ma di una cosa sono sicura: abbiamo tanto bisogno di storie, se belle ancora meglio!

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