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Pisa Book Festival: Catherine Dunne incontra il pubblico dei lettori

Catherine Dunne: madrina del Pisa Book Festival che ha luogo al Palazzo dei Congressi di Pisa (11-12-13 novembre) ha incontrato una prima volta il pubblico dei lettori della rassegna letteraria nella mattinata del primo giorno di Festival. Un pubblico gremito, anche grazie alla presenza di numerosi giovani studenti, ha accolto la nota scrittrice che è la prima delle varie personalità irlandesi che saranno ospiti in questi giorni al Festival toscano (dove nei prossimi giorni saranno anche: Caitriona Lally, Conor Fitzgerald, Julian Gough, Cormac Millar, Barry McCrea, Eimear McBride). Catherine Dunne, scrittrice di grande sensibilità e talento letterario, è autrice i 11 romanzi di successo tradotti in varie lingue del mondo. Da In the beginnig (1998, tradotto in 8 lingue) fino all’ultimo successo All that i love (2015), passando per At a time like this (2008) e Set in stone (2010).

Catherine Dunne, una scrittrice poliedrica

Saggista oltre che scrittrice: è suo uno studio storico – sociolgico sulle migrazioni irlandesi a Londra negli anni ’50, tema che l’ha portata a riflettere sul costante senso di sradicamento avvertito da queste persone le quali non sentivano più alcun posto come la loro “casa”.
Lo sradicamento, il senso di spaesamento, sono alcuni dei temi che Catherine Dunne ha affrontato (insieme a moltissimi altri) nelle sue opere, le quali tra loro risultano molto eterogenee. Le storie della scrittrice irlandese parlano molto spesso di personaggi femminili, che cerano una realizzazione.Pisa Book Festival

Alla domanda, rivoltale da una studentessa (e giratale dai moderatori Enrico Terrinoni e Roberta Ferrari) circa “quanto di suo” ci sia nei personaggi da lei inventati, Catherine tentenna e poi risponde in modo sincero, affermando che non si può sempre “quantificare” esattamente ciò che di uno scrittore passa nei suoi personaggi ma che certemente, se scrivere è come lei stessa afferma “un’esigenza”, l’esistenza e il carattere dei suoi personaggi sono per buona parte anche i suoi vita.

Le chiavi del suo successo

Catherine Dunne piace per due ordini di ragioni: parla d’amore e non solo d’amore romantico, ma indaga con attenzione anche l’amore filiale e l’amore fraterno che si è soliti chiamare “amicizia”; Catherine, inoltre, piace perché parla di donne comuni, di storie comuni. Interrogata a questo proposito afferma: “

“Non esistono vite banali, in ciascuna c’è qualcosa di speciale. Anche solo il camminare può portare una persona qualunque ad uno stream of consciouness che le mostra cose straordinarie su se stessa”.

Il suo rapporto con la scrittura

Catherine Dunne, inoltre, che ha impiegato 12 anni per licenziare il suo primo libro ed ha poi proseguito con una serie di produzioni più serrata e ricca di opere di valore, parla con chiarezza e semplicità del suo approccio al mestiere di scrittrice. All’impulso allo scrivere, da sempre avvertito ma mai veramente inteso come una “reale possibilità di produrre qualcosa di pubblicabile” sono seguito questi 12 anni, che lei stessa definisce “Un periodo di gestazione”. Poi è giunta, lucida, la consapevolezza che scrivere “Non è un modo per sfuggire, ma per gettarsi nella vita” e che le parole possono fare la differenza (come del resto lei stessa non ha mancato di affermare nel suo discorso di apertura del Festival stesso). Empatia, capacità di mettersi nei panni degli altri: queste sono le qualità fondamentali per uno scrittore…e a chi le chiede che ne pensi della “nostalgia”, sentimento che pervade fortemente i suoi libri, Catherine risponde con una formula splendida:

“La nostalgia ci aiuta a guardare a quelle parti del passato che sono dolorose e che altrimenti non avremmo il coraggio di affrontare.”

Occorre poi, però, guardare avanti.

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About Irene Bertelloni

Studentessa di Italianistica presso l'Università di Pisa, si interessa di tutto ciò che è narrazione: alla particolare predilezione per la letteratura (italiana, greca, latina) accompagna la passione per il cinema e le serie tv. Poiché ritiene che il mondo esista per essere raccontato, ama scrivere di esso e di chi ne parla.

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