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Riverdale: 5 buoni motivi per recuperare la prima stagione

Tra le tante produzioni americane che stanno attualmente spopolando tra il grande pubblico, un revival dell’intramontabile genere teen drama sembra cavalcare la cresta dell’onda. Basta sfogliare i cataloghi delle grandi piattaforme di streaming o la programmazione televisiva per cogliere titoli di show incentrati sui percorsi di crescita di giovani individui dalle grandi speranze, tormentati da oscuri segreti del passato, in conflitto con l’autorità genitoriale, il sistema, la difficoltà di trovare un posto nel mondo. Tra questi, Riverdale, serie statunitense trasmessa dal canale The CW, si distingue per i toni più “dark“, aggiungendo quel tocco di mistero in più che lascia attaccati allo schermo, indipendentemente dall’età dello spettatore.

RiverdaleTratto dai fumetti omonimi editi dalla casa editrice Archie Comics, Riverdale è stato adattato dallo sceneggiatore, drammaturgo e fumettista statunitense Roberto Aguirre-Sacasa e co-prodotto da Greg Berlanti. Insomma, con ben due stagioni all’attivo e una terza già confermata, Riverdale sembra davvero una serie entrata a pieno titolo nelle grazie del grande pubblico.

Per chi di voi non l’avesse ancora vista, ecco qui di seguito i cinque buoni motivi per recuperare la prima stagione, approdata su Netflix il mese scorso.

1.Il mistero regna sovrano in Riverdale

Nella tranquilla cittadina di Riverdale, nota ai più per la produzione di sciroppo d’acero, la pace viene squarciata dalla scomparsa di un giovane ragazzo, Jason (Trevor Stines), figlio della ricchissima famiglia Blossom, durante un incidente in barca dove era stato accompagnato dalla sorella gemella Cheryl (Madelaine Petsch). Questo evento, e il successivo ritrovamento del cadavere, scatenerà una serie di eventi che condurrà a rivelazioni scioccanti sul passato dei protagonisti, ma aprirà nuovi interrogativi che forse non troveranno mai risposta.

2. Giovani donne di carattere

RiverdaleLe giovani protagoniste di Riverdale si dimostrano, ognuna a modo suo e seguendo un percorso a sé, nel corso della ricerca della verità sulla morte di Jason Blossom capaci di una grande forza, andando oltre alle apparenze e dovendo attingere a tutte le loro risorse. Che sia nel caso di Betty Cooper (Lili Reinhart), in eterno paragone con la sorella Polly e schiacciata da una madre onnipresente, come in quello di Veronica Lodge (Camila Mendes), costretta ad un ridimensionamento della sua vita agiata in seguito all’arresto del padre, o in quello di Cheryl, da sempre la figlia meno amata e sottovalutata, queste giovani protagoniste sono costrette a crescere rapidamente, per trovare la verità e quel posto nel mondo che spetta loro, con tenacia e determinazione.

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3. Tutto così perfetto, tutto così falso

In Riverdale ogni singolo elemento è curato alla perfezione: le case sono pulite, decorose, dal colori tenui, molto semplici, o sofisticate, poderose, solide, così come sembrano esserlo le famiglie che vi abitano all’interno. Ma no, niente è come sembra nell’apparente idilliaca cittadina di Riverdale: ogni singola famiglia, i Cooper, i Blossom, Archie e Fred Andrews (KJ Apa, Fred Perry), i Lodge, Jughead e FP Jones (Cole Sprouse, Skeet Ulrich), ha alle spalle segreti, bugie e dolorosi ricordi che li ha condotti, nel bene e nel male, a trovare il sostegno di chi è vicino, creando nuove alleanze e inasprendo antichi conflitti. Insomma, pare che a Riverdale non ci sia proprio modo di annoiarsi.

4. L’uso del narratore cosciente

RiverdaleA ricoprire il ruolo di narratore della storia è in ognuno dei 13 episodi Jughead Jones, intelligente, misterioso e sarcastico personaggio, che indossa sempre un cappellino grigio e si vede spesso intento a scrivere sul suo laptop. Il ragazzo infatti, oltre a darci un’utile contestualizzazione della storia, arricchendola di un citazionismo vasto e poliedrico (si passa dai Miserabili al Signore degli Anelli, all’incredibile opera di Truman Capote In Cold Blood), ha come obiettivo quello di scrivere un romanzo narrante la vicenda della scomparsa e la morte di Jason Blossom, un’opera che sembra, per l’appunto, essere l’eredità della tradizione di quel New Journalism inaugurata dal sopracitato Capote. Jughead, inoltre, grande esperto di cinema nonché operatore al drive-in della città, sembra il filo conduttore che unisce i vari titoli degli episodi, tutti citazioni più o meno note colte dal mondo cinematografico.

5. La purezza della gioventù in contrasto con la cupidigia del mondo adulto

Nonostante i giovani protagonisti di Riverdale siano a tratti mossi da oscure pulsioni e coinvolti in atti ben poco carini, possono essere considerati in fondo individui puri, gentili, che hanno appena iniziato a cogliere la cattiveria che impera nel mondo adulto. Molti di loro sono stati costretti ad entrarvi in contatto a causa dei genitori, quegli adulti che dovrebbero sostenere, proteggere, mai ferire i propri figli. Che siano spinti o meno dagli ideali più nobili, disposti a tutto per proteggere le loro famiglie, questi adulti si dimostrano tessitori di sotterfugi, come nel caso di Hermione Lodge (Marisol Nichols), ossessivi e deliranti, come nel caso di Alice Cooper (Mädchen Amick), o ahimè volti verso la cattiva strada, nel caso di FP Jones. A modo loro, questi individui mostrano i vari lati della loro personalità, fatta di luci e molte ombre. Veri e proprio “villains” di Riverdale sono i Blossom, Penelope e Hal, incapaci di amare una figlia che cerca disperatamente il loro affetto, interessati solo a proteggere il buon nome della famiglia e a accumulare beni.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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