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The Operative alla Berlinale 69

Berlinale 2019: Diane Kruger è un agente sotto copertura in The Operative

The Operative è il film di Yuval Adler con Diane Kruger e Martin Freeman, tratto dal romanzo The English Teacher, scritto da Yiftach Reicher Atir.

The Operative: sinossi

Il cast di The Operative alla Berlinale 69

Rachel (Diane Kruger) è una donna senza radici, ma in gamba e con esperienza e viene reclutata da Thomas (Martin Freeman) per lavorare nel Mossad per delle missioni sotto copertura a Teheran. Finalmente dopo tanto tempo si trova fissa in un posto, con una nuova routine, inizia una relazione con la persona che deve seguire, Farhad, ma ben presto i suoi incarichi cambiano ben al di là delle sue aspettative, facendosi sempre più pericolosi.

The Operative: le nostre impressioni

Il cast di The Operative alla Berlinale 69

Per quanto la trama non sia particolarmente originale o ricca di spunti inediti, cosa che purtroppo rischia di accadere con i film di spionaggio, The Operative offre un’interessante spunto più intimistico. Ad essere rimarcata è la questione dell’identità che sfugge anche a chi ne dovrebbe essere più o meno padrone. La protagonista è una donna con un passato misterioso, che mente a se stessa e alle persone che ha attorno a lei, incapace di sentirsi a casa e silenziosamente invidiosa delle persone che possono invece dirlo con serenità.

Del Mossad che ci viene raccontato normalmente su grande e piccolo schermo viene messo a fuoco un problema tanto semplice quanto essenziale per l’efficienza degli agenti: il non poter costruire una propria quotidianità, una vita con dei ritmi, degli affetti, delle abitudini ma dover vivere un’esistenza perennemente in tensione e pericolosamente sospesa. Una volta “costretta” a dover restare a Teheran per diversi mesi, Rachel (o Anna, a seconda del passaporto che le viene detto di usare) riscopre il piacere di vivere un luogo e di cercare di entrare in contatto con esso, il piacere di avere una propria, intima stabilità.

Il cast di The Operative alla Berlinale 69

In un dramma al femminile che prende in considerazione un versante dei servizi segreti mai tanto approfondito in modo esclusivo (si pensi solo all’algida Ziva della serie NCIS, appunto, ex agente del Mossad), il volto della talentuosa attrice tedesca lascia trasparire un ventaglio ammirevole di emozioni e turbamenti, dalla paura all’angoscia, dallo necessaria sopportazione all’imbarazzo di dover mentire davanti a chi non vorrebbe. Diane Kruger dipinge con eleganza un personaggio complesso, che dietro a quel volto mai truccato e spesso stanco deve celare tanti, troppi segreti per rimanere “operative”. Il fascinoso Farhad sembra cogliere nel segno la situazione fin dalle sue prime parole: Teheran è una città in cui le persone hanno tanti segreti, ed è questo che la rende una città affascinante e misteriosa.

Drammatica e molto calcata è specialmente la situazione in cui la protagonista si ritrova a lavorare, costretta ad agire per conto di un’organizzazione di soli uomini opportunisti e rapaci, pronti a metterla in situazioni pericolose senza il minimo riguardo della sua persona, ed eccezione di Thomas. Si tratta di un personaggio che, per quanto empatico con la storia di Rachel, è succube di uomini più potenti di lui e desideroso di una carriera, anche se ciò comporta l’aridità di affetti. Marionetta di eventi e dinamiche più grandi di lei, Rachel/Anna è l’unica a soffrire una situazione difficile da affrontare a livello etico e sentimentale, specialmente quando davanti agli occhi si palesano le conseguenze del suo lavoro, su uno schermo televisivo o negli occhi di persone affezionate.

The Operative

Valutazione globale - 6.5

6.5

Un film di spionaggio, non eccelso ma intimistico con un'ottima Diane Kruger

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The Operative: curiosità dalla Berlinale

Alla conferenza stampa erano presenti gli attori protagonisti Diane Kruger, Martin Freeman e Cas Anvar e il regista Yuval Adler.

Il regista Yuval Adler ha sottolineato che ciò che lo ha più impressionato nella lettura del libro è stato il racconto in prima persona, espediente che riesce a raccontare con precisione il percorso della costruzione e dell’interpretazione di un’identità diversa dalla propria. In particolare durante la realizzazione del film egli si è interessato specialmente all’aspetto relazionale, cioè come le prospettive dei due protagonisti, quello di Thomas e quello di Rachel, si intersechino tra di loro. Ciononostante ha tenuto a precisare che il libro è stato un punto di partenza e che la sceneggiatura si spinge ben oltre quello che si trova nelle pagine del libro.

Il cast di The Operative alla Berlinale 69

Diane Kruger ha detto di essersi interessata al personaggio perché non è un killer, non è una spia come Jason Bourne o James Bond. Si trattava di raccontare come un personaggio vive la sua vita da un agente, una vita complessa e sospesa, fatta di maschere, di identità non proprie protratte per tempi indefiniti in paesi stranieri e senza sapere lo scopo vero e proprio della propria missione. Ha detto di aver avuto un piccolo “allenamento” per la preparazione del film, per capire bene di cosa si trattasse e ha commentato in modo sincero che non potrebbe mai fare un lavoro del genere, proprio per via di tutti questi aspetti mostrati nel film.

Martin Freeman ha ammesso che quello che lo spinge a scegliere i propri ruoli è il coinvolgimento personale nei confronti del personaggio e che ciò che lo aveva colpito della sceneggiatura era il fatto che si faceva apprezzare senza forzature o scene accattivanti di esplosioni, inseguimenti o serrate scene d’azione.

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