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At Eternitys Gate, gli ultimi anni di Vincent Van Gogh

At Eternity’s Gate: a Venezia 75 il ritratto di Van Gogh di Julian Schnabel

A 22 anni dal suo esordio cinematografico con Basquiat, il regista Julian Schanabel approda in concorso a Venezia 75 con At Eternity’s Gate, un ritratto intenso e vibrante di alcuni dei momenti salienti della vita del pittore olandese Vincent Van Gogh. A dare il volto al grande artista il talento di Willem Defoe.

At Eternity’s Gate: la sinossiAt Eternity's Gate

Il film segue gli utlimi anni di vita di Vincent Van Gogh (Willem Defoe) dal suo arrivo ad Arles sino alla prematura morte avvenuta a Aveurs-sur-Oise. In questo lasso di tempo vengono ripercorsi, come rapide pennellate, alcuni dei momenti più significativi della vita dell’artista: il suo rapporto con il fratello Theo, l’amicizia turbolenta con il pittore Gauguin, le sue turbe psichiche, i ricoveri, fino l’isolamento nel quale si conclude la sua vita, lasciandoci presagire un finale diverso da quello a tutti noto.

At Eternity’s Gate: le nostre impressioni

At Eternity's GateSono gli ultimi anni di vita del pittore Vincent Van Gogh a essere raccontati per immagini in At Eternity’s Gate di Julian Schanabel, che, a più di venti anni di distanza dal suo esordio cinematografico con Basquiat, torna di nuovo a esplorare il mondo della grande arte. Ma il film più che un biopic in senso letterale è un tentativo di avvicinare il più possibile la messa in scena filmica all’essenza della pittura di Van Gogh. Questo sforzo di raccontatare l’arte attraverso l’arte si traduce in un vero proprio viaggio all’interno dell’anima del pittore. E’ l’universo in cui si muove la spina dorsale di tutto il film, nel corso del quale vanno a incasellarsi alcuni dei momenti salienti della sua esistenza, eternamente divisa tra angoscie e crisi e il desiderio fortissimo di riappacificarsi con il mondo attraverso un contatto quasi viscerale con la natura.

Con At Eternity’s GateJulian Schanabel tenta di fare ciò che di più vicino ci possa essere a un’opera d’arte, riuscendo a catturare con eleganza e delicatezza i dettagli più minuti del mondo interiore di Van Gogh. Ciò seguendo da vicino, a tratti da vicinissimo, lo sguardo con cui il pittore si immerge nel tepore della luce che filtra tra il fogliame degli alberi o si lascia incantare dalla visione di panorami sconfinati.

Di rara intensità l’intepretazione di Willem Defoe il cui volto segnato e scavato è esso stesso un’opera d’arte, la cui espressività sembra essere stata tratteggiata con le stesse pennellate febbrili e vibranti con le quali Van Gogh depositava il colore sulle sue tele come una nuova pelle. Una vita non semplice quella del genio olandese, segnata da indigenza e solitudine e dalla completa consapevolezza che la sua arte non sarebbe stata compresa dal suo tempo. Questo però non si traduce in un ritratto cupo, al contrario è uno sguardo decisamente singolare quello che il film getta sull’esistenza dell’artista. Uno sguardo tenero e sensibile che ci mostra un Van Gogh lucido, profondamente devoto alla sua arte e alla costante ricerca del’altro fuori da sè attraverso il quale ritrovare se stesso.

At Eternity's GateAt Eternity’s Gate è un film raffianto e lirico, dove musica, arte e natura costruiscono un’ unica sinfonia che, al di là di ogni estetismo e impianto vagamente didascalico, sono gli uni essenziali agli altri per raccontare non solo la vita di uno dei pittori più complessi del nostro tempo ma la visione stessa che delle vita e della potenza trasfigurante dell’ arte aveva Van Gogh. Lui stesso amava dire : “più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore… con quanta minor fatica si sarebbe potuto vivere la vita, invece di fare dell’arte”. Ma fare l’arte era il suo unico modo per sentirsi vivo ed è questo afflato verso l’esistere che, in un rincorrersi di soggettive e di piani ravvicinati al volto emaciato di Defoe, il film di Schanabel riesce a ritrarre con maestria e convinzione.

At Eternity's Gate

Valutazione globale - 7.5

7.5

Un'opera d'arte che racconta l'arte

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At Eternity’s Gate: dichiarazioni e curiosità

At Eternity's GateDecisamente interessante la conferenza stampa nel corso della quale il regista Julian Schnabel e l’attore Willem Defoe hanno descritto At Eternity’s Gate, in corsa per il Leone d’oro a Venezia75.

Una conversazione con i giornalisti in sala densa di contenuti e riflessioni che si sono appuntate in modo particolare sulla veridicità delle fonti dalle quale il regista ha tratto ispirazione per gli episodi e le frasi pronunciate in voice over  nel film. Il materiale di riferimento sul quale è stata impostata la storia è un quaderno di appunti, non univocamente attribuito al pittore olandese, nel quale sono contenute molte riflessioni a cui Schanabel ha attitnto per ritrarre il suo Van Gogh. Ma il regista, da pittore e conoscitore della vita dell’artista, ha dichiarato che “questa non è una bigorafia dell’artista, ma un film sul significato stesso di essere artista. L’unico modo di descrivere un’opera d’arte è fare un’opera d’arte”.

E’ questo lo spirito che ha animato il lavoro di Schanbel e l’inteprtazione di Defoe che ha spiegato di essersi documentato a fondo sulla storia di Van Gogh e di aver dovuto imparare a dipingere per avvicinarsi il più possibile all’essenza stessa dell’atto creativo del grande pittore olandese.

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About Biancamaria Majorana

Scrittrice occasionale, irriducibile amante del cinema e delle serie TV, ma sopratutto curiosa per vocazione. Ho scoperto il cinema che non ero più piccolissima, ma ho fatto del mio meglio per recuperare il gap e oggi consumo voracemente film e serie televisive ogniqualvolta mi sia possibile. Non sono certa di nulla, ma di una cosa sono sicura: abbiamo tanto bisogno di storie, se belle ancora meglio!

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