Home / Recensioni / Natale a 5 stelle: recensione del film Netflix dei fratelli Vanzina, diretto da Marco Risi
Massimo Ghini e Martina Stella in una scena di natale a 5 stelle

Natale a 5 stelle: recensione del film Netflix dei fratelli Vanzina, diretto da Marco Risi

E’ disponibile su Netflix Natale a 5 stelle, il film nato da un’idea dei fratelli Carlo e Enrico Vanzina e diretto da Marco Risi. Con Massimo Ghini, Ricky Memphis e Martina Stella.

Natale a 5 stelle: sinossi

Massimo GhiniSi sta avvicinando il Natale. Una delegazione politica italiana, con in testa il nostro Premier (Massimo Ghini), è in visita ufficiale a Budapest. Oltre agli impegni politici, il Premier intende passare, di nascosto, qualche ora lieta in compagnia di una giovane onorevole dell’opposizione (Martina Stella) in viaggio con la delegazione. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando i due maldestri amanti si ritrovano con un misterioso cadavere nella suite del lussuoso Hotel dove alloggiano (Riccardo Rossi).

Natale a 5 stelle: le nostre impressioni

Ghini e Memphis in Natale a 5 stelleC’era una volta il cinepanettone, quel tipo di film che voleva raccontare i vizi e le virtù della società italiana e che ha spostato masse di persone al cinema nel corso degli ultimi trentanni durante le festività natalizie. I fratelli Vanzina sono stati coloro che nel 1983 hanno dato il via a questo genere con Vacanze di Natale e a sentire Enrico Vanzina quel film si può considerare come l’unico film degno di portarsi appresso l’appellativo di cinepanettone. Con queste premesse è chiaro fin da subito che Natale a 5 stelle non debba considerarsi un cinepanettone, e non perché il film è uscito direttamente su Netflix senza passare dal cinema.

Con la scomparsa di Carlo, è toccato a Enrico portare a termine il lavoro di scrittura del film e affidarlo poi nelle mani di Marco Risi che ne ha curato la regia. Ispirato liberamente alla piece teatrale di Ray Cooney “Out of order”, Natale a 5 stelle ha l’intento di raccontare, con i classici stilemi della commedia, l’attuale classe politica italiana. E’ facile riscontrare nel personaggio interpretato da Massimo Ghini l’attuale Premier della coalizione gialloverde, anch’esso alle prese con il ruolo di mediatore tra un certo Matteo e un certo Luigi, così come è evidente anche a quale esponente politico si riferisce il personaggio dell’onorevole dell’opposizione interpretata da Martina Stella.

Intendiamoci, tutti i personaggi ispirati a noti politici italiani sono portati all’estremo, al macchiettistico, al farsesco. Un film che avesse ritratto fedelmente l’attuale classe dirigente avrebbe provocato più di qualche sbadiglio dopo i primi 10 minuti. Natale a 5 stelle non provoca questo effetto, ma non si può certo dire che brilli per originalità. Le varie scene che vedono protagonisti il primo ministro e la sua amante alla prese con il nascondere prima una cadavere e poi la loro relazione clandestina, sanno di già visto e mancano di mordente.

Osvart e Memphis in Natale a 5 stelleHai voglia a dire che Natale a 5 stelle si distacca dal genere del cinepanettone se poi ci ritroviamo corna, tradimenti, equivoci, gente rinchiusa nell’armadio, donne in lingerie e altro ancora. Il film Netflix vuole essere allo stesso tempo satira politica e commedia degli equivoci, fallendo completamente su entrambi i versanti. Una rappresentazione teatrale, complice tre quarti delle scene ambientate in una camera d’albergo, avrebbe giovato di più ad un soggetto del genere – e d’altronde l’ispirazione viene proprio da una piece teatrale, come abbiamo già ricordato in precedenza.

Natale a 5 stelle

Valutazione globale - 4.5

4.5

Commedia degli equivoci priva di mordente

User Rating: 0.85 ( 1 votes)

Natale a 5 stelle: giudizio in sintesi

Ricky Memphis e Massimo GhiniNatale a 5 stelle, nato da un soggetto dei fratelli Vanzina, è la classica commedia degli equivoci che sa di stantio e manca di mordente. Incapace di funzionare sia nei momenti di satira politica – i personaggi ispirati ai politici italiani sono portati all’estremo, diventando delle macchiette poco credibili – che in quelli propri della farsa – siamo ancora al punto di nascondere gli amanti nell’armadio. Non funziona neanche il cast, a cominciare dal Premier Massimo Ghini eccessivamente cialtrone e da una Martina Stella, onorevole dell’opposizione, al limite del fastidioso. L’unico personaggio che funziona un po’ di più è il segreatario del Presidente del Consiglio, l’uomo nell’ombra che deve cercare una soluzione a qualsiasi cosa, interpretato da Ricky Memphis. Un minuto di silenzio per le battute su Rocco Siffredi, che compare in un cammeo di pochi secondi.

Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook

About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *