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Morto Stalin se ne fa un altro: la recensione del film con Steve Buscemi

Morto Stalin se ne fa un altro (The Death of Stalin), arriva purtroppo in sordina nelle nostre sale italiane e sconterà una distribuzione di nicchia, ma non lasciatevi scappare questo gioiello di film realizzato dal creatore di Veep, Armando Iannucci e interpretato da un cast d’eccezione.

Morto Stalin se ne fa un altro: sinossi

Morto Stalin se ne fa un altroSiamo alla fine dell’epoca del terrore di Stalin e il grande vecchio si trova sul letto di morte. Questa situazione scatena tutti gli avvoltoi del Politburò in una serrata lotta alla successione, tra ortodossia di partito, corsa al potere, imbarazzi e residui di un’epoca di terrore e soprattutto meschinità, debolezze umane e comicità involontaria nel vedere tutte queste cose sommate insieme in personaggi solo all’apparenza irreprensibili e di grande statura politica.

Morto Stalin se ne fa un altro: le nostre impressioni

Morto Stalin se ne fa un altro, traduzione un po’ imbarazzante di The Death of Stalin, è un film che affascina, perché la comicità nera di Iannucci, il suo voler descrivere la meschinità dell’essere umano che si cela dietro la facciata dei regimi totalitari è intelligente, divertente e, sfortunatamente, molto rara di questi periodi sia al cinema, sia in televisione.

morto stalin se ne fa un altroIl film del regista scozzese tiene l’attenzione dello spettatore altissima per tutto il film, non ci sono pause, il ritmo è forsennato ma tutto si segue incredibilmente bene, tra risate scroscianti e sorrisi amari, che si inseriscono con grande naturalezza tra scene di una violenza incredibile, senza però ridurre quest’ultima a qualcosa di banale. Inserendo infatti il grottesco nell’orrore si riesce ad ottenere una miscela che non minimizza la storia, ma minimizza gli uomini che ci sono dietro a questa storia, calandoli dai piedistalli per farli vedere nella loro intera bassezza e cinica debolezza.

Il cast del film è di primordine, con prestazioni superbe tra le quali è difficile citare qualcuno di più bravo degli altri, dalle perle di Steve Buscemi e Jasoon Isaac, da Jeffrey Tambor a Rupert Friend e Michael Palin.

morto stalin se ne fa un altroIannucci usa la metafora di questa situazione, non solo per parlare dei regimi totalitari, ma per analizzare, attraverso il filtro della satira e l’esagerazione del grottesco, le pulsioni più basilari dell’essere umano, spesso definito animale sociale ma che, in assenza di società, in momenti in cui le regole valgono meno, torna ad essere semplicemente animale e a sfogare i suoi istinti, le sue meschinità sul debole e indifeso.

Un film da vedere, per scoprire dettagli dimenticati, per avere una visione più disincantata sui meccanismi del potere e ridere amaramente delle bassezze dell’essere umano.

Morto Stalin se ne fa un altro

Valutazione globale - 8.5

8.5

brillante e convincente

User Rating: 4.6 ( 1 votes)

Morto Stalin se ne fa un altro: giudizio in sintesi

morto stalin se ne fa un altroLa pazienza di cercarsi una sala che proietti Morto Stalin se ne fa un altro viene ripagata con un film satirico di altissimo livello, recitato da un cast di primordine e che tiene lo spettatore incollato sulla poltrona per le quasi due ore di svolgimento, a districarsi tra i retroscena della Storia, ridendo amaramente e portandosi a casa profonde riflessioni sull’essere umano, sui conflitti e sugli istinti e principalmente sulla brama di potere e sul terrore nel detenerlo.

Sono rari ormai i film che portano un messaggio così profondamente intelligente attraverso un mezzo potente come la satira, che ormai nell’epoca dei social network si è anche lei imbruttita come tutto il resto. Un’esperienza da fare, un film da vedere, con qualche piccolo sacrificio a trovarlo in sala, purtroppo.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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