Manhunt, la sinossi

Manhunt, le nostre impressioni
La prima che sorge in Manhunt domanda è “perché’?”. Sicuramente Woo ha voluto fare un film ilare e trash sui film di genere, quelli brutti, ma la domanda in fondo è “perché ha dovuto farlo?”. E quando parliamo di trash, in questo film, parliamo di trash epocale. 
Il film, preso per il verso giusto, regala un gran numero di risate per l’assurdità di quello che si vede in scena, per la recitazione di un livello che pure il sindacato dei cani si è rifiutato di associare il proprio nome a questo comparto attoriale, per la stupidità che aleggia costante come i piccioni tanto amate+i da Woo, che ci infila tutti gli archetipi classici del suo cinema, quindi abbuffate di slow motion, l’eroe con due pistole, tutte cose che tecnicamente sa fare molto benee.
Alla fine, Manhunt, è un film che se preso per quel verso si può anche guardare, meglio se con due birre affianco e un po’ di amici con i quali ridere a crepapelle, ma resta sempre una domanda di fondo: “perché John?”.
Manhunt
Valutazione globale - 5.5
5.5
Trash epocale
Manhunt, curiosità sul film
Il film giapponese Manhunt originale fu un caso in Asia alla fine degli anni ’70. La pellicola, infatti, fu il primo film in lingua straniera ad essere distribuito in Cina, dopo l’apertura economica del Paese. 
Nello stesso Paese il film ebbe un successo incredibile, proporzionalmente molto più ricco al botteghino che in madre patria, e divenne parte della cultura popolare cinese, tanto che molte delle sue battute più famose divennero modi di dire tipici popolari.
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