Il 31 gennaio arriva su Netflix la prima stagione di Luna Nera, la terza serie tv italiana della piattaforma streaming. Nel cast sono presenti Antonia Fotaras nel ruolo della protagonista Ade, Giada Gagliardi (Valente), Adalgisa Manfrida (Persepolis), Manuela Mandracchia (Tebe), Lucrezia Guidone (Leptis), Federica Fracassi (Janara) e Barbara Ronchi (Antalia).
Luna Nera: la trama
Ambientata nell’Italia del 17esimo secolo, Luna Nera ruota attorno ad Ade (Antonia Fotaras), una levatrice di sedici anni che viene accusata di stregoneria in seguito alla morte del neonato. Per scampare alla condanna a morte, scappa e trova rifugio nei boschi, dove entra in contatto con una misteriosa comunità di donne al limitare del bosco. Dovrà compiere una scelta tra l’amore impossibile per Pietro, figlio del capo dei cacciatori di streghe, e l’adempimento del suo vero destino.
Luna Nera: le nostre impressioni
L’Italia alla prese con il fantasy. Impresa ardua? Forse. Ma perché non provarci, si è chiesta la Fandango di Domenico Procacci che ha chiamato a sé tre autrici – Francesca Manieri (“Il miracolo”), Laura Paolucci (“L’Amica geniale”) e Vanessa Picciarelli (“Bangla”) – per affidargli il compito di adattare per il piccolo schermo “Le città Perdute. Luna Nera”, il romanzo di Tiziana Triana.
Gli intenti dell’operazione sono chiari fin dai primi due episodi della serie, che abbiamo avuto l’occasione di vedere in anteprima. E’ la componente femminista a guidare il tutto. Non solo a scrivere e a dirigere gli episodi della prima stagione sono tutte componenti del gentil sesso, ma sono donne anche gran parte degli interpreti di Luna Nera. E sono donne forti, libere, che hanno il desiderio di conquistarsi il loro posto e di non essere sottomesse da quelle figure maschili che del loro carisma e del loro spessore hanno paura.
La caccia alla streghe che si racconta nella serie è la caccia al diverso, che si vuole emarginare, escludere, eliminare dalla società. Succedeva così nell’Italia centrale del Seicento con coloro che venivano ritenute delle streghe, come succede oggi, nell’Italia del Duemila, nei confronti di chi non tollera il concetto di “diverso”.
Luna Nera racconta anche il processo del fare i conti con la propria natura. Ade, la protagonista, quando scopre di possedere dei poteri magici, rimane spiazzata e inizialmente fatica a capire se è pronta ad accettarli o meno. Al personaggio di Ade fa da contraltare Pietro, un aspirante medico che crede ciecamente nella scienza. Tutto ciò che è magia e stregoneria per lui equivale a “fuffa”. Il destino vuole che incontri casualmente Ade e cerchi in ogni modo di difenderla da chi vorrebbe metterla al rogo perché accusata di essere una strega.
I nobili intenti di Fandango però cozzano con una realizzazione tecnica che lascia alquanto a desiderare, per non parlare di una recitazione – gli attori sono stati scelti da varie compagnie teatrali – che non convince mai (almeno per quanto visto finora). Troppo approssimativa anche la caratterizzazione dei personaggi, alcuni dei quali rasentano il ridicolo. Agli altri 4 episodi il compito di smentire le critiche fin qui mosse a Luna Nera.
I buoni intenti non sono sufficientiLa luna nera
Valutazione globale - 4.5
4.5
Luna Nera: giudizio in sintesi
Luna Nera è uno dei pochi tentativi di approccio della serialità italiana al genere fantasy. La serie avanza un discorso incentrato sulla figura femminile, sull’emancipazione della donna in un contesto in cui – siamo nell’Italia del Seicento – le componenti del gentil sesso con più capacità e più intelletto degli uomini venivano perseguitate e ostracizzate da quest’ultimi. Nobili intenti per un risultato abbastanza sottotono, per via di una sceneggiatura e di dialoghi scritti con troppa approssimazione e una recitazione di scarso livello.
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