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Il cast di Il nome della rosa

Il nome della rosa: recensione dei primi due episodi della serie con John Turturro

Ha debuttato lunedì 4 marzo alle 21.25 su Rai1 la serie tv Il nome della rosa, tratta dall’omonimo romanzo capolavoro di Umberto Eco del 1980. Nel cast John Turturro, Rupert Everett, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresei, Alessio Boni, Greta Scarano, Michael Emerson.

Il nome della rosa: la sinossi

Il nome della rosa

Nord Italia, 1327. Il frate francescano Guglielmo da Baskerville (John Turturro) raggiunge un’abbazia di frati benedettini isolata in mezzo alle Alpi. Si dirige in quel luogo per partecipare ad un Disputa che lo vede in difesa dell’ordine francescano minacciato dal potere temporale del Papa francese Giovanni XXII. Lo segue Adso (Damian Hardung), un giovane novizio benedettino che ha rinnegato il destino di guerriero per seguire la sua vocazione. L’abbazia che accoglie Guglielmo e Adso si presenta come un luogo fitto di misteri dove si susseguono delle morti inspiegabili. A Guglielmo il compito di indagare, prima che l’inquisitore Bernardo Gui (Rupert Everett) arrivi per dare il via alla Disputa.

Il nome della rosa: le nostre impressioni

Il nome della rosa

Chissà cosa penserebbe Umberto Eco della nuova trasposizione del suo romanzo capolavoro Il nome della rosa, uscito in Italia nel 1980 edito da Bompiani e fin da subito diventato un best seller internazionale, apprezzato in egual misura sia dal pubblico che dalla critica. Sì, Eco ebbe già modo di vedere in forma animata la storia e i personaggi del suo libro nel film di Jean Jacques-Annaud del 1986 con Sean Connery. Ma i tempi sono cambiati e nel 2019 la storia che vede al centro il frate investigatore Guglielmo da Baskerville prende vita nel formato più moderno e più attuale, quello della serie televisiva.

“Mentre sogniamo mondi migliori, governanti ciechi guidano popoli ciechi verso l’abisso.”

Non è un caso che un romanzo del genere sia ancora una volta abbinato al concetto di attualità. Quante anologie e rimandi ai tempi che corrono si possono trovare in una storia ambientata agli inizi del 1300? Molte, se si pensa ad uno dei tanti concetti cardine contenuti nel libro di Eco: combattere l’odio e l’ignoranza diffondendo la cultura del sapere e della conoscenza. Una conoscenza che fa progredire l’uomo in tutta la sua integrità etica e morale e che va difesa da chi cerca in maniera ottusa e pericolosa di vederla come il nemico da combattare.

“Se il mondo non vi vuole, ricordate che ha rifiutato Cristo prima di voi.”

Non si può certo negare che a distanza di quasi 40 anni dalla sua pubblicazione la storia raccontata da Il nome della rosa trasmetta ancora un grandissimo fascino. Nei primi due episodi della serie diretta da Giacomo Battiato si ritrova quell’elemento di mistero che tanto aveva sedotto i lettori del libro di Eco. La storia è fedele alle pagine del romanzo e così, dopo l’incipit che vede Adso raccontare, a distanzi di anni, il suo incontro con Guglielmo da Baskerville, si entra subito nel vivo delle vicende con i misteri che si annidiano tra le mura di un’abbazia sperduta tra i monti.

John Turturro

Dopo i successi de I Medici e, ancora di più, de L’amica geniale, la fiction Rai – anche se chiamarla così, adesso, sembra quasi riduttivo- continua a compiere passi da gigante verso quell’internazionalità di prodotto che fino a pochi anni fa sembrava una chimera. Se qualcuno avesse detto di aver visto in prima serata su Rai1 un attore come John Turturro protagonista di una produzione in gran parte italiana, gli avrebbero dato quantomeno del pazzo. Invece sembra che adesso sia quasi la normalità. E gli ascolti, almeno per questi primi due episodi, hanno premiato questo grande sforzo produttivo da parte della Rai, la prima tv al mondo a trasmettere la serie.

Nel cast della serie, dove John Turturro/Guglielmo da Baskerville giganteggia su tutto, non sfigurano i comprimari italiani, come l’ambiguo Fabrizio Bentivoglio/Frate Remigio, segretemente seguace dell’eretico Dolcino o l’irriconoscibile Stefano Fresi, un giullare diventato frate grazie a Remigio. Giudizio sospeso, al momento, per un Rupert Everett in versione cattiva. Il suo Bernardo Gui, l’inquisitore, incute sì terrore, ma sembra che il suo volto sia bloccato in una sola ed unica espressione.

Il nome della rosa

Valutazione globale - 6.5

6.5

Fascino e mistero

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Il nome della rosa: giudizio in sintesi

Il nome della rosa

Un storia che supera le epoche e che nel 2019 stupisce ancora, questa volta nel formato di serie televisiva. E’ Il nome della rosa, il romanzo capolavoro che nel 1980 Umberto Eco consegnò alla storia diventando uno dei capisaldi della letteratura del ‘900. La serie tv diretta da Giacomo Battiato resta fedele alle pagine del libro, riuscendo a ricreare l’atmosfera magica e misteriosa della storia ambientata nell’abbazia benedettina dove avvengono misteriosi omicidi. Grande e di tutto rispetto lo sforzo messo in campo della Rai (che ha co-prodotto la trasposizione), la prima al mondo a trasmettere la serie. Se John Turturro è un convincente Guglielmo da Baskerville, stessa cosa non si può dire, al momento, per il Bernardo Gui di Rupert Everett, fossilizzato per tutte le sue entrate in scena in un’espressione fin troppo accigliata. Un consiglio: per chi ancora non l’avessi vista, vi consigliamo di recuperarla in lingua originale sottotitolata su RaiPlay.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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