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Kings

Kings: recensione del film con Halle Berry e Daniel Craig al TFF35

Kings, è il secondo lavoro della regista Deniz Ergüven, con protagonisti Halle Berry e Daniel Creig, presentato in anteprima mondiale allo scorso Festival di Toronto a settembre e arrivato in Italia in anteprima a Torino per il Torino Film Festival.

Kings: sinossi

KingsSiamo nei giorni del brutale pestaggio di Rodney King da parte di quattro poliziotti avvenuto a Los Angeles, ad inizio degli anni 90, e delle rivolte scoppiate in città dopo l’assoluzione degli stessi agenti. La storia di quelle settimane concitate viene filtrata attraverso gli occhi di una grande “famiglia” di afroamericani nella quale la madre (Halle Berry) raccoglie e si prende cura di tutti i bambini e ragazzi “randagi” del vicinato, mentre il vicino (Daniel Craig), unico bianco del quartiere, sembra riservare più di qualche sorpresa.

Kings: le nostre impressioni

Raccontare una storia così pregna di argomenti importanti può dare luogo ad una narrazione pesante, per via della molta retorica che porta con sé, e quindi di non essere “vicina” al pubblico, soprattutto se questo pubblico non è direttamente partecipe della così particolare realtà statunitense. KingsLa regista turca, Deniz Gamze Ergüven, al suo secondo lungometraggio (il primo in lingua inglese, dopo un film turco), riesce ad evitare questo rischio, presentandoci la storia di quelle difficili settimane attraverso il filtro delle vicende personali di personaggi molto particolari, anomali per lo stesso quartiere in cui vivono.

I protagonisti, infatti, sono “alieni” nel loro stesso quartiere: la donna interpretata da Halle Berry non si rassegna al destino segnato dei giovani della zona, destinati a diventare criminali, ma raccoglie i bambini e ragazzi abbandonati del quartiere e cerca di crescerli in modo diverso; l’uomo interpretato da Daniel Craig è invece un alieno in piena regola, unico bianco in una zona popolata da afroamericani, le sue ragioni di permanenza in quel posto non sono mai chiare, né per lunga parte del film lo sono le sue capacità razionali di interazione col resto del mondo, ma entrambe i personaggi vengono costruiti abbastanza bene, tanto da renderli comunque credibili e creare un solido rapporto di empatia con lo spettatore che infatti riesce così a calarsi più facilmente nella realtà narrata dalla pellicola.

KingsParticolarmente brava è Halle Berry, capace di dare molte sfumature ad un personaggio solo apparentemente poco complesso e in grado di mettere in scena un registro molto completo di emozioni e stati d’animo.

La storia così narrata riesce quindi ad alleggerire molto il contesto in cui è ambientata, grazie anche a situazioni più familiari e a volte capaci di strappare un sorriso allo spettatore. La profondità del tema, che sfortunatamente non ha ancora perso di attualità per le molte tragedie che continuano ad accadere, non ne esce sminuito, anzi, riesce ad arrivare allo spettatore in modo più emotivo e meno didascalico.

Dal punto di vista tecnico, pur apprezzando il buon lavoro fatto per integrare la parte documentaristica con il girato, in modo da dare ancora maggior realismo alla pellicola, il film non ha particolari picchi tecnici, fermandosi ad una regia abbastanza scarna ed essenziale.

Kings

valutazione globale - 7.5

7.5

profondo ma lieve

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Kings: un giudizio in sintesi

Kings è un film che testimonia una profonda ferita della società statunitense con una storia che alleggerisce un messaggio altrimenti facilmente troppo impegnativo per un pubblico più ampio e lo fa grazie anche ad una Halle Berry che riesce ad essere protagonista istrionica e dare un valore più elevato alla visione.

La pellicola risulta così facilmente guardabile, senza perdere il messaggio di fondo, potendo così provare ad essere più “popolare”. La parte tecnica non è certo memorabile, ma il film resta meritevole maggiormente per il contenuto.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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