Finalmente arriva nei cinema italiani Bohemian Rhapsody, il biopic che racconta la storia e la carriera di uno dei talenti musicali più grandi della storia del rock, Freddie Mercury, frontman dei Queen. A prestare il volto al cantante è l’attore statunitense protagonista della pluripremiato serie Mr. Robot Rami Malek, affiancato nel film da Ben Hardy (che interpreta il batterista Roger Taylor), Joseph Mazzello (che interpreta il bassista John Deacon) e Gwilym Lee (che interpreta il chitarrista Brian May).
Bohemian Rhapsody: sinossi
Dal lavoro all’aereoporto di Heathrow all’incontro casuale con i due prossimi membri della band, dai primi concerti al salto di qualità, dal successo planetario all’inasprimento delle tensioni intestine al gruppo, dall’oscuro fantasma dell’AIDS alla leggendaria performance sul palco di Wembley Stadium al Live Aid nel 1985: il film riassume l’esperienza musicale dei Queen e ripercorre alcune vicende personali di Freddie Mercury.
Bohemian Rhapsody: le nostre impressioni
In un lungo flashback che lascia in sospeso l’ingresso di Freddie Mercury sul palco del Wembley Stadium fino alla fine del film, ripercorriamo la storia di Freddie Mercury, nato da una famiglia di Zanzibar di origini indiane e residente a Londra. Il lavoro a Heathrow chiaramente non realizza la sua personalità già allora molto eccentrica, elettrica, che fa innescare spesso e volentieri discussioni familiari. Ed è grazie al casuale e fortunato incontro con una band studentesca dalla quale, coincidenza, il cantante si era appena ritirato, nel retro del locale, che tutto ha inizio. Inizia così il rapido e fresco racconto di Bohemian Rhapsody, che ci delizia con una colonna sonora in cui un capolavoro segue l’altro ad un ritmo serrato ed energico, facendo sussultare lo spettatore, sorridere e canticchiare i fan, a bassa voce, sperando che nessuno percepisca i passaggi stonati.
Perché è pressoché impossibile raggiungere quell’estensione vocale da cantante d’opera che Freddie Mercury ricollegava direttamente al difetto estetico dei denti sporgenti, ma è altrettanto arduo non battere il ritmo, non accennare qualche nota stentata, qualche parola quando parte quel reef, quell’incipit, quella canzone. È semplicemente più forte di noi.
Pian piano scopriamo in che modo molti di quei brani che hanno fatto la storia della musica hanno visto la luce, come sono stati concepiti, per caso, per via di una discussione accesa o tra sorrisi soddisfatti di una band composta da talenti d’eccezione. Ed in questo modo, fluido e cadenzato da ritmi irresistibili, battute simpatiche e situazioni che fanno inevitabilmente sorridere, il film diverte e intrattiene. Benché alcuni passaggi siano esteticamente non proprio impeccabili e ci siano un paio di sviste, nonostante i superfan avranno sicuramente da puntualizzare delle imperfezioni ulteriori, agli occhi di chi ama la loro musica e di chi ama il rock questo biopic sarà un’ottima occasione per rivedere il percorso di una band di grandi artisti che hanno lasciato una traccia indelebile.
Una menzione a parte, speciale, merita la prova d’attore dell’intero cast. Gli attori che interpretano Brian May, Roger Taylor e John Deacon sono sorprendentemente simili ai loro personaggi, tanto da ingannare ogni tanto anche gli occhi più esperti. Il lavoro dei make up artists è stato davvero preciso e puntuale, in grado di ripercorrere i vari stili che i membri della band hanno scelto nel corso della loro carriera. Ma a rapire lo spettatore è soprattutto ed esclusivamente Rami Malek. Il volto di Freddie Mercury è talmente particolare che sarebbe stato impossibile avvicinarsi ad una somiglianza precisa: forse un Sacha Baron Coen gli sarebbe assomigliato di più per la forma del viso e, perché no, per il temperamento, ma come sappiamo l’originario progetto dell’attore, molto più spinto nei dettagli della controversa vita personale di Freddie Mercury non aveva ottenuto il consenso della famiglia di Freddie e non era stato sviluppato per questo motivo. Ma ciò che fa Rami Malek è davvero incredibile: non assomiglia a Freddie, si trasforma in Freddie. Si percepisce come con un lavoro calibrato al millimetro l’attore abbia lavorato sulla postura, sulla mimica facciale, sui movimenti, e non solo per la scena finale del concerto del Live Aid realizzato con una precisione sconcertante. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni frase pronunciata nel film dimostra un’attenzione al personaggio davvero disarmante, ammirevole, da standing ovation. Un talento attoriale ne incontra uno musicale e il risultato è a dir poco magico: ci permette di rivivere, come in un sogno, la gioia di vedere Freddie Mercury cantare su un palco, ma anche di conoscere alcuni aspetti più intimi della sua personalità e della sua vita, a molte persone poco note, grazie ad un affresco toccante e a tutto tondo di un uomo di (gran) spettacolo.
Bohemian Rhapsody
valutazione globale - 7.5
7.5
Divertente, energico, con un camaleontico Rami Malek da applausi
Bohemian Rhapsody: giudizio in sintesi
Il biopic Bohemian Rhapsody coinvolge, diverte, intrattiene con un ritmo energico, una colonna sonora irresistibile, raccontando la nascita e il successo dei Queen. È un film che si fa amare con una storia che molti conoscono, ma della quale altrettanti ignorano alcuni particolari. Ripercorriamo la serrata genesi dei loro capolavori, che vedono la luce uno dietro l’altro e rapiscono il pubblico. Il cast è sorprendentemente simile ai personaggi interpretati, ma su tutte brilla l’interpretazione che Rami Malek offre di Freddie Mercury, con una camaleontica trasformazione che ci fa dimenticare la sua non somiglianza con il cantante. Perché una persona, un personaggio come Mercury non era solo un volto, ma una personalità vulcanica e Malek s’impegna anima e corpo nel renderle omaggio, con la presenza fisica, con i gesti e la mimica facciale. Non perdetevelo. Oh mamaaa… It will rock you!
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook