Rosamund Pike è ritornata da protagonista anche quest’anno alla Festa del cinema di Roma, vestendo i panni di Marie Colvin, la giornalista del Sunday Times uccisa in Siria nel 2012, nel film A Private War di Matthew Heineman.
A Private War: sinossi
Il film narra la vita di Marie Colvin, giornalista statunitense, reporter di guerra per il Sunday Times, dal 2002 al 2012. Viene raccontata la sua brillante ma rischiosa carriera come reporter di guerra, raccontando alcune missioni cruciali di quegli anni, come quella in Sri Lanka, in cui perse un occhio, in Iraq, Libia e Afghanistan, fino agli ultimi giorni ad Homs, in Siria, in cui perse la vita insieme al fotografo francese Remì.
A Private War: le nostre impressioni
A Private War racconta una Marie Colvin alla continua ricerca della verità nelle sue missioni, di storie che dessero giustizia alle vite stroncate nei numerosi conflitti. Il film, però, pone l’occhio anche su Marie donna, sulla complessa relazione con il marito, il nuovo amore per Tony, il dramma di non poter esser madre, il sentirsi non invincibile in seguito alla menomazione alla vista ma, soprattutto, lo stress psicologico derivante dall’orrore vissuto in prima persona. Il film di Heineman dunque racchiude al suo interno due film e due Marie, che si alternano continuamente all’interno dell’opera. Possiamo ammirare le imprese giornalistiche, il coraggio di una donna che ha fatto della sua professione la sua vita, la sua essenza, una donna che non si è mai risparmiata di fronte agli ovvi rischi del suo mestiere. Allo stesso tempo si fa luce sul lato più introspettivo della donna, sulle paure, sulle cicatrici interiori che l’orrore vissuto lascia dentro.
Heineman, autore di numerosi documentari, compie un lavoro sicuramente ammirevole e di buona fattura, ma il risultato sembra esser mancante di quel qualcosa in più che avrebbe sicuramente innalzato il livello del film. Nel suo racconto, infatti, Heinenman sembra troppo ancorato alle sue opere precedenti. L’attività da reporter di Marie è raccontata in modo asettico, quasi impersonale e questo rende il racconto macchinoso, lento e poco fluido in alcuni passaggi.
Il film sembra voglia fare luce sul vero giornalismo, su quale debba essere l’etica professionale e morale da seguire per chiunque voglia intraprendere seriamente tale professione. Questo eccessivo e retorico realismo fa venir meno l’essenza stessa di un’opera cinematografica. Siamo molto distanti dal crudo realismo di Kathryn Bigelow che, nei suoi ultimi tre film, ha creato un genere cinematografico perfetto, una giusta commistione tra il documentario e il racconto cinematografico.
Senz’alcun dubbio, il vero punto di forza del film è la protagonista Rosamund Pike. L’attrice si conferma talentuosa e versatile nell’affrontare perfettamente un ruolo tanto diverso da quelli citati in precedenza. Si spoglia della sua bellezza eterea e regala una prova di grande carattere nell’interpretare una donna simbolo di coraggio e verità. Riesce, non risultando mai eccessiva, a canalizzare efficacemente le sfumature emotive di ogni scena, così da permettere allo spettatore di leggere la storia anche attraverso la sua interpretazione e non solo attraverso il racconto. Nonostante la presenza di un cast di ottimo livello, è un one woman show quello cui si assiste.
A Private War
valutazione globale - 6
6
Troppo lento e "documentaristico", salvato da una magistrale Pike
A Private War : commento in sintesi
L’opera di Heinenman è di buona fattura, ma manca di quel quid che nell’ultimo decennio ha reso grande Kathryn Bigelow e i suoi film. Il regista spesso risulta ancorato ad un racconto documentaristico e retorico, soprattutto nei passaggi che raccontano le missioni di Marie, e questo rende il tutto poco fluido e macchinoso. La ciliegina sulla torta, però, è rappresentata dalla performance regalata da una straordinaria Rosamund Pike. L’attrice britannica si è totalmente spogliata dagli abiti della bella eroina romantica o dell’affascinante dark lady per sporcarsi le mani, vestendo alla perfezione, senza mai eccedere in manierismi, gli abiti di una donna divenuta simbolo di coraggio e verità.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook