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Electric Dreams: la recensione del primo episodio della serie tratta da Dick

Philip Dick per sostituire Black Mirror, è questo che prova a fare Channel 4 con questo nuovo adattamento, e se la firma c’è, bisogna ora vedere se la realizzazione sarà all’altezza.

Electric Dreams: la sinossi.

electric dreams hood makerElectric Dreams è una serie antologica che vuole portare sullo schermo 10 racconti brevi di Philip K. Dick, con trasposizioni in episodi da un ora, con sempre differenti attori e registi. In questo racconto d’esordio, The Hood maker, seguiamo la storia di un mondo distopico nel quale la tecnologia è più arretrata di quella attuale, ma esistono delle persone dotate di poteri telepatici che vengono usate per scandagliare i pensieri della gente. In un clima di tensione sociale crescente, un agente e la sua compagna telepate indagano su un misterioso fabbricante di un tipo speciale di cappucci che bloccano la lettura della mente.

Electric Dreams, pilot: le nostre impressioni.

Giudicare una serie antologica dal primo racconto è sempre complesso, perché la differenza tra un episodio e l’altro può essere veramente grande, tenendo conto della mancanza di connessione, se non per l’autore dei racconti dai quali sono tratti gli episodi, e per il totale cambio di cast e regia, però, vista appunta la presenza sottotraccia di Philip Dick e l’impostazione del tono narrativo possiamo farci almeno una parziale prima idea.

electric dreams hood makerIn questo The Hood maker vediamo, ad esempio, come il racconto di Dick sia stato usato più come canovaccio generale che non trasposto in modo fedele. La storia, infatti, rimane simile al racconto solo per le ambientazioni di fondo e per il plot di base dei cappucci che bloccano la lettura dei pensieri, ma poi verte in direzioni molto differenti.

Quello che rimane è un atmosfera cupa che pervade l’intera narrazione e che oltre ai richiami all’autore statunitense, aggiunge un ansia molto tipica dei racconti orwelliani a cui anche Black Mirror spesso si ispira. La voglia di raccontare una società in cui il potere ultimo si rende invasivo e nella quale i cittadini sono, indipendentemente dalla fazione di cui fanno parte, la parte sempre perdente, rispecchiano la concezione della distopia più pessimista e funzionano nel trasmettere allo spettatore una cupezza di fondo pervasiva in quest’ora scarsa di visione.

Rispetto ad un racconto originario più strutturato, qui, probabilmente per le esigenze di tempo, si tende a voler trasmettere delle sensazioni, più che a raccontare una storia, e lo si fa soffermandosi solamente su alcune, facendo una cernita sul tutto e cercando di essere maggiormente diretti.

Non è facile dire se tutto Electric Dreams seguirà questa falsa riga, ma il formato antologico breve suggerisce che il messaggio possa avere spesso la meglio sul racconto, semplice e semplificato.

Una nota sulla qualità della produzione, per quanto possa essere fuorviato da un episodio che di fondo viene costruito come “povero”, ma la regia e le ambientazioni sembrano essere un po’ “al risparmio”.

Electric Dreams - The hood maker

Valutazione globale - 7

7

semplice, diretto e cupo

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Electric Dreams, altre info sulla serie

Electric Dreams è il tentativo di Channel 4 di tornare sulle scene con una serie di grido dopo lo “scippo” (ok, geliel’hanno venduta) di Black Mirror da parte di Netflix e lo fa con una nuova serie distopica. electric dreams hood makerPer non sprecarsi troppo a cercare un’idea nuova, meglio affidarsi ad una garanza della fantascienza distopica, soprattutto per quanto poi ha dato alla televisione e soprattutto al cinema, come Philip K. Dick. Dietro questo progetto, comunque, venuto alla luce anche grazie all’appoggio di Amazon, ci sono grandi nomi, come Ronald Moore e Bryan Cranston e sono saltati a bordo molti attori importanti sia del grande che del piccolo schermo. Per una guida completa agli episodi e alle storie che verranno portate sul piccolo schermo vi rimandiamo alla nostra guida.

Inizialmente, a fare compagnia a Channel 4 per questo progetto c’era l’americana AMC, che poi ha deciso di tirarsi indietro, favorendo così l’ingresso di Amazon che ha con le storie tratte da Dick un ottimo rapporto, basti pensare a The Man in the high castle.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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