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Seven Sisters: la recensione del film distopico con Noomi Rapace

What Happened to Monday (in italiano Seven Sisters) di Tommy Wirkola è stato presentato in anteprima al festival di Locarno e portato in anteprima italiana al Torino Film Festival. La sceneggiatura originale è entrata nella Black List delle migliori sceneggiature non prodotte; concepita nel 2001 dallo sceneggiatore Max Botkin, prevedeva sette fratelli invece che sorelle. Quando Tommy Wirkola si è unito al progetto, ha deciso di traslare la storia al femminile e di contattare Noomi Rapace per il ruolo.

Seven Sisters: la sinossi

In un futuro distopico in cui l’unico rimedio per la sovrappopolazione mondiale è l’imposizione della legge del figlio unico, nascono sette gemelle. Fin dalla loro nascita le sette sorelle, che seven sistersvengono chiamate con i giorni della settimana, sono identiche e vengono cresciute di nascosto dal nonno (interpretato da Willem Dafoe). L’unico modo per sopravvivere con un regime repressivo che condanna tutti i fratelli e sorelle ad un sonno criogenico è farle uscire ciascuna un solo giorno alla settimana sotto un’unica falsa identità. Tale piano funziona per una trentina d’anni, quando improvvisamente una delle sorelle (tutte interpretate da Noomi Rapace) scompare misteriosamente.

Seven Sisters: le nostre impressioni

Seven Sisters è un thriller di fantascienza avvincente che tiene spesso col fiato sospeso. L’ambientazione distopica, come prevede il genere stesso, trae spunto da problemi di stringente attualità per portarlo ad estreme conseguenze, in questo caso il problema della sovrappopolazione, alla quale Nicolette Cayman (Glenn Glose) vede come unica soluzione l’imposizione della politica seven sistersdel figlio unico. Il problema c’è, sussiste e ci riguarda tutti da vicino e una regolamentazione delle nascite potrebbe anche di conseguenza sembrare allettante, ma a cosa può portare tutto ciò? Che fine devono fare allora tutti i vari fratelli e sorelle? Il macro problema viene affrontato nel film con la soluzione del sonno criogenico, in vista di un risveglio dei piccoli in tempi migliori, una scusa che anche agli spettatori più ingenui fin dall’inizio brilla per la sua ipocrisia… L’assenza di una soluzione univoca e buonista in un finale un po’ amaro come quello di Seven Sisters lascia pur sempre pensare al problema di fondo: la terra è l’unico posto che abbiamo in cui poter vivere.

Il peso dell’identità sociale

“Tutte per una, una per tutte”: questa è la morale che adottano le sette sorelle per combattere una politica violenta come quella che le costringe a vivere di nascosto per tutta la loro vita. La differenza è che però i moschettieri potevano scendere in campo insieme per combattere contro un nemico comune, a differenza delle sette protagoniste che devono perseguire la loro silenziosa battaglia una ad una, giorno per giorno. E in questo modo viene introdotta la questione dell’identità, del diritto seven sistersall’unicità e alla libertà. Fino a che punto si è pronti a vivere incatenati ad un’identità sociale a danno di quella reale? Fino a quando si è disposti ad accettarlo? Questo è quello che si domandano le sette sorelle, vittime e ribelli di un sistema che cerca di arginare i danni compiuti in passato causandone altrettanti collaterali.

Tale critica è facilmente allargabile ad una società di stampo capitalistico che schiaccia l’individualità sotto il peso del ruolo sociale assegnato, sia esso un lavoro, sia esso un’identità rigidamente schedata. Non a caso le sette sorelle si calano nel loro personaggio pirandelliano condiviso di Karen Settman nel momento in cui escono di casa ed entrano nel centro economico della città per recarsi a lavoro. Solo nelle mura domestiche possono esprimere realmente la loro soggettività, altrimenti perseguibile nel mondo esterno. Fino a che punto tale sacrificio è accettabile?

Seven Sisters

valutazione globale - 7

7

avvincente anche di intrattenimento

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Seven Sisters: un giudizio in sintesi

L’interpretazione di sette personaggi diversi da parte di Noomi Rapace è notevole, specialmente nel momento in cui i diversi personaggi che interpreta si trovano in difficoltà, situazione che mostra le diverse reazioni a seconda del carattere di ciascuna. Il film è ricco di spunti interessanti di natura etica e morale, oltre che scientifica e filosofica, tenuti insieme da una suspense apprezzabile ed avvincente. Non si tratta del film di fantascienza più originale che abbia visto, ma sicuramente non lascerà deluso il suo pubblico, specialmente se motivato a ricercare qualche riflessione più profonda dietro alle numerose scene d’azione.

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