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Godless: recensione del primo episodio del western classico Netflix

Godless è un western classico, ma declinato alla sensibilità moderna, molto in stile Gli Spietati (grande film, precursore dei tempi), con un cast di assoluto livello e con la guida dietro la telecamera di Scott Frank (Minority Report, Logan) e il supporto produttivo di Steven Soderbergh.

Godless, 1.01 sinossi

godlessIn un Wild West ruvido e spietato una banda di fuorilegge, capitanata da Frank Griffin (Jeff Daniels) dà la caccia ad un ex membro, Roy Goode ( Jack O’Connell) che si è rifugiato in una cittadina mineraria, nella quale, per causa di un incidente la quasi totalità della popolazione maschile è morta e ora sono le donne a portare avanti quello che resta dell’insediamento. Alice Fletcher (Michelle Dockery) d’altronde, i suoi problemi li aveva già prima. Nubi fosche all’orizzonte per La Belle.

Godless, 1.01 le nostre impressioni

Molte sono le cose buone di Godless, che colpiscono in questo primo episodio, ad iniziare dal “cold open” in cui il creatore, Scott Frank, dà subito allo spettatore il metro della serie, di quanto possa essere violenta e senza risparmiarsi anche i dettagli più crudi. GodlessSi torna ad un western più classico, il western della frontiera, con i grandi fuorilegge e le loro bande, gli insediamenti lontani da tutti e da tutto, rapine, indiani, sceriffi e cavalli, ma chiaramente lo si fa con una sensibilità narrativa moderna, visto che non siamo più negli anni di John Wayne, e nel farlo ricorda molto due ottimi prodotti, precursori dei tempi, come Gli Spietati e Deadwood, per il loro modo di raccontare le storie sporche e cattive, senza sconti, ma con una cura del dettaglio, una pulizia visiva mirabile e personaggi che sono totalmente tridimensionali.

Tutto questo, Frank. lo fa molto bene ed è aiutato da un comparto tecnico di prim’ordine, perché la regia è assolutamente di livello cinematografico, supportata da una fotografia calda e polverosa, da una parte sonora molto classica ma totalmente coinvolgente e, ultimo ma non ultimo, da un cast attoriale in stato di grazia.

Su Jeff Daniels non c’erano dubbi, pur comparendo meno di altri in questo episodio, nei momenti in cui appare, il magnetismo che emette è incredibile e conquista la scena facendo scomparire tutto ciò che ci sta attorno. Il massimo dell’espressione è quando entra in chiesa a cavallo.

Godless

Ma anche il resto del cast si fa apprezzare, soprattutto una Michelle Dockery che, svestiti i panni della nobildonna inglese (ma non quelli di vedova) è assolutamente a proprio agio nell’interpretare questa donna del wild west forte e risoluta, gentile e sola.

Da notare anche la piccola “reunion” tra ex membri di Newsroom in quest’episodio: infatti lo sceriffo che fa un po’ da elemento introduttivo della storia, nel senso che è quello che mette insieme i pezzi di varie storie e rende la narrazione più scorrevole, non è altri che Sam Waterson, che torna a formare la coppia d’oro (ma mai sullo schermo in questa serie) con Jeff Daniels.

Godless - pilot

valutazione globale - 8.5

8.5

Classico ma moderno

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Godless, 1.01 un giudizio in sintesi

Godless entra nel filone di quelle produzioni di alto livello che sono, e sono state, in grado di rinverdire un genere classico, portando in scena storie che rispettano molti canoni ma danno ben più che una riverniciata al copione, anzi, immettono anche idee e approcci nuovi.

godlessIl lavoro tecnico e quello attoriale confezionano un episodio pilota di altissima fattura, tanto quanta non ne ricordavo, in un genere western, dal pilot di Deadwood. Lo show ha anche un formato molto corto, quasi inglese, con soli sei episodi che molto probabilmente faranno si che la narrazione, per quanto approfondita e con la possibilità di toccare molti temi, resti compatta e scorrevole, così come lo è stata in questo primo episodio, che ha avuto anche, chiaramente, il difficile compito di introdurre lo spettatore nel racconto.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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