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Loveless

Loveless: recensione del film premiato a Cannes e candidato ai Golden Globes

Loveless è un film di Andrej Zvyagintsev, regista siberiano, classe 1964. Premiato col Premio della Giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes e candidato ai Golden Globes 2018 come Miglior Film Straniero.

Loveless: la sinossi

LovelessIn una provincia russa desolata e piuttosto cupa un bambino di nome Alyosha è costretto alla solitudine e a sopportare l’indifferenza e l’odio che i genitori, che l’hanno messo al mondo senza volerlo, gli rigettano contro. I due si stanno separando, hanno entrambi già altre storie e non si risparmiano l’un l’altro freddezza e ostilità. Alyosha che ha 12 anni ed è costretto a tornare da scuola da solo attraverso i boschi nonostante il gelo dell’inverno russo, trova un nastro per terra e lo lascia andare nel vento finché poco dopo si impiglia in un ramo. Il padre quella stessa notte torna a casa e discute con la madre facendo accenno alla separazione che di lì a poco dovrà avvenire tra i due. Sfortunatamente Alyosha è sveglio e sente tutto, quel dolore gli arriva ancora nella solitudine e senza mediazioni. Subito dopo scomparirà nel nulla e costringerà i genitori a stare uno di fianco all’altro nella spasmodica ricerca e nel confronto con le autorità che stanno setacciando la zona.

Loveless: le nostre impressioni

Loveless è indubbiamente un film cupo, attraversato da una visione antropologica negativa ed inquietante. Sia l’uomo che la donna sono ormai pervasi da ideali di autorealizzazione completamente narcisistici e considerano il figlio esclusivamente un limite posto al loro egoismo algido. L’immagine nella sua veste di disumanizzante monodimensionalità compare sotto la forma del selfie, utilizzato di frequente dai personaggi, sia sotto quella del corpo nudo della donna, ben fatto ma non più in grado di esprimere la vitalità della nascita. Esso viene rappresentato come immerso nella luce plumbea e fredda che pervade praticamente ogni scena del film, oppure al buio o in penombra, realizzando una distanza e insieme un disagio che si avvertono nel guardarlo. Dalla presenza e dal rapporto fra le donne e loro madri si capisce poi che questa metamorfosi della femminilità sia stata indotta dall’educazione.

LovelessLa figura del bambino è l’elemento più duro e straziante: diventa irrilevante che venga ritrovato o meno, ha talmente tanto odio e ostilità intorno che appare spacciato comunque. Un solo personaggio mostra barlumi di umanità e pronuncia una frase che dà il titolo a quest’opera; è tra gli altri quello con maggiore mezzi economici, eppure appare l’unico in grado di dare spazio ai valori umani, mentre per gli altri l’utile è sempre, cinicamente, al primo posto. Il film è alimentato da un’estetica pregevole, che lavora sui toni grigi e invernali per dare come detto un contrappunto alla freddezza e allo squallore degli uomini, inserendo peraltro alcuni elementi di matrice tarkovskijana: per esempio gli interni in disfacimento con tanto di acqua che filtrando dall’alto si riversa sul pavimento del nascondiglio di Aliosha e dell’amico. Ottima la regia tesa e abbellita da piani sequenza e inquadrature che rimangono nella memoria:tra tutte, il ritrovamento del nastro che Aliosha fa ai piedi un albero. Senz’altro un film di spessore, la cui visione lascia amareggiati a attoniti per la durezza e la sostanziale mancanza di speranza che lo pervade.

Loveless

Valutazione globale - 8

8

Un ottimo film di spessore

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Loveless: un giudizio in sintesi

Un film di spessore, ben realizzato, in cui viene descritta un deriva dei rapporti umani che forse uno stato di benessere improvviso e non adeguatamente metabolizzato ha lasciato in questa Russia descritta. Tale deriva ha colpito specialmente il rapporto tra genitori e figli con conseguenze drammatiche. Il film ha ottenuto il premio della giuria a Cannes 2017, è stato scelto per rappresentare la Russia nell’edizione degli Oscar 2018 e candidato come Miglior Film Straniero ai Golden Globes.

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About Tommaso Perissi

Scopre la magia del cinema d'autore verso la fine degli anni 90 grazie ad una videoteca vicino alla stazione di santa maria novella che offre titoli ancora in vhs...poi frequenta saltuariamente vari cineforum in giro per la città

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