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ghost in the shell

Ghost in the shell: scheda, trailer e recensione

  • scheda e trailer 
  •  recensione

DATA USCITA: 30 marzo 2017
GENERE: Azione
REGIA: Rupert Sanders
ATTORI: Scarlett Johansson, Michael Pitt, Michael Wincott, Takeshi Kitano, Pilou Asbæk, Christopher Obi, Joseph Naufahu, Juliette Binoche
NAZIONALITÁ: Stati Uniti
DURATA: 120′
DISTRIBUITO DA: Universal Pictures

Trama: Il film segue la saga di Major, un singolare ibrido umano-cyborg delle operazioni speciali a capo della task force d’elite Section 9. Dedicato a contrastare i più pericolosi criminali ed estremisti, Section 9 affronta un nemico il cui unico obiettivo è eliminare gli sviluppi di cyber tecnologia della Hanka Robotic.

Ghost in the shell è un film del regista londinese Rupert Sanders, autore di un solo film prima di questo, ovvero Bincaneve e i sette nani (2012), e che ha ottenuto nel 2009 due leoni d’oro per aver realizzato lo spot pubblicitario per il videogioco Halo 3.

La trama di Ghost in the shell

ghost in the shellTratto dal manga omonimo di Masamune Shirow, apparso in Giappone nel 1989 a puntate e poi in volume unico nel 1991, narra le vicende del maggiore Mira Killian, interpretata da Scarlett Johansson, un cyborg di cui solo il cervello è umano. A capo della divisione di Pubblica Sicurezza 9, svolge attività antiterrorismo assieme a Batou, interpretato dall’attore danese Pilou Asbaek, per conto della Hanka Robotics e sotto la supervisione della dottoressa Ouelet (Juliette Binoche), che si occupa della corretta interazione tra parti umane e artificiali all’opera nel maggiore. Dovrà vedersela con Kuze (Micheal Pitt), un terrorista di cui l’identità è sconosciuta.

Più pregi che difetti

Probabilmente in questo film ci sono più pregi che difetti: godibile sia per gli occhi che per la mente l’estetica messa in campo, piena di espedienti futuribili come gli ologrammi che appaiono e scompaiono dalla scena, le elaborazioni informatiche che si rendono visibili nella soggettiva dei personaggi ed elementi di trasmutazione tra l’umano e il robotico di stampo cyberpunk (genshe cyborg etc). Vengono spesso alla mente durante la visione almeno due classici del genere thriller fantascientifico, di cui la pellicola appare fortemente debitrice. Da un lato Matrix, quando si nota che le scene di combattimento comprendono rallenty e coreografie aeree tali da riprodurre una sorta di danza acrobatica, e quando si assiste a visualizzazioni di elementi informatici che fanno da preludio alla possibilità dell’esperienza diretta del software, come accadeva per la matrice del film dei fratelli Wachoski (1999). Dall’altro lato Blade Runner di Ridley Scott (1982), dal quale la rappresentazione della città tentacolare e piena di ologrammi in movimento grandi quanto i palazzi sembra essere mutuata. La presenza di pesci volanti per strada richiama alla mente inoltre un autore visionario che non c’entra molto magari col genere fantascientifico, ma il cui immaginario potrebbe essere entrato a far parte del bagaglio di Sanders, ovvero il serbo Emir Kusturica (Arizona Dream, 1993).

Finale superficiale e sbrigativo

ghost in the shellLa trama di Ghost in the Shell, sebbene oscura e farraginosa in alcuni punti, ha il merito di intrigare parzialmente lo spettatore proponendo snodi se non propriamente originali, almeno non del tutto desumibili dalle prime scene, come accade altrove. Quanto ai difetti di Ghost in the shell viene da citare il fatto che la parte finale del film appare eccessivamente superficiale nel risolvere i temi e i conflitti messi in campo, e ciò si porta dietro la stessa trattazione del rapporto tra essere umano e tecnologia. Poteva essere forse sviluppata meglio e lascia il film nettamente al di sotto, per esempio, dei due film citati in precedenza che si occupavano dello stesso tema. Non convince troppo neanche la recitazione, poco espressiva e appiattita in qualche modo sul retaggio manga all’origine del film. Né il fatto che in un contesto giapponese si siano voluti introdurre attori americani praticamente in tutti i ruoli chiave, per lasciare un unico personaggio giapponese che parla nella sua lingua con i sottitoli e ottiene risposte in inglese: poco credibile e fortemente indiziato di whitewashing (la pratica di sostituire attori di etnie meno appetibili commercialmente con altri di etnie più appetibili).

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Ghost in the Shell

Valutazione globale

Più pregi che difetti

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About Tommaso Perissi

Scopre la magia del cinema d'autore verso la fine degli anni 90 grazie ad una videoteca vicino alla stazione di santa maria novella che offre titoli ancora in vhs...poi frequenta saltuariamente vari cineforum in giro per la città

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