Home / Recensioni / Black Mirror 4: la recensione del secondo episodio, Arkangel
Black Mirror Arkangel

Black Mirror 4: la recensione del secondo episodio, Arkangel

Il secondo episodio della quarta stagione di Black Mirror, dall’inquietante titolo Arkangel, è  l’episodio che segue la classica impronta dello show, più simile alle origini britanniche della serie nata dagli strani processi mentali di Charlie Brooker. La freddezza calcolata della narrazione, i toni dimessi e velati dello scenario accennano immediatamente alla svolta tragica che prenderà la vita di Marie e di sua figlia Sara.

Black Mirror 4, Arkangel: sinossi

Black Mirror ArkangelQuando la figlia Sara (Brenna Harding) si allontana, Marie (Rosemarie DeWitt), madre della ragazzina, decide di farle impiantare un sistema di controllo, chiamato Arkangel, con cui può monitorare la salute e ciò con cui entra in contatto la bambina attraverso i suoi occhi. Il sistema, inoltre, le permette di geolocalizzare Sara, e di attivare una sorta di filtro che impedisce la visione di ciò che può provocare stress. La madre controlla Sara in ogni ambito della sua vita, finché il non vivere esperienze reali complete come i suoi compagni le fa assumere comportamenti strani e violenti. Questo farà mettere a Marie in soffitta il controllo, ma poche cose rimangono “in soffitta” per sempre.

Black Mirror 4, Arkangel: le nostre impressioni

Eccola che ritorna, quella sensazione di ansia, di disagio, tipico del Black Mirror più vero e originale. Un senso di angoscia opprimente, come acqua nei polmoni, pervade Arkangel, alla cui regia troviamo Jodie Foster, che è stata in grado di delineare un episodio ricco di spunti di riflessione sui rapporti genitore-figlio, individuo-società e soprattutto sulla formazione della psiche umana.

Black Mirror ArkangelLo scenario in cui si muovono Marie e Sara è in tutto e per tutto sovrapponibile con la nostra realtà, forse un po’ più fredda, forse un po’ più distaccata della nostra. L’unico elemento che davvero ci allontana dal nostro mondo è il progresso tecnologico: è stata creato in particolare un microchip che, una volta impiantato nel cervello del bambino, permette ai parenti di monitorare ogni sua attività tramite un tablet. Questo è ciò che Marie fa subire a Sara, facendole inserire nella testa uno di questi dispositivi.

La narrazione, che si snoda seguendo il percorso disfunzionale di crescita di Sara dall’infanzia all’adolescenza, illustra la nascita di un rapporto morboso e fatale fra madre e figlia. Marie, la cui interpretazione data dalla DeWitt è senz’altro magistrale, rappresenta quel modello genitoriale che in America viene definito “Helicopter Parent”, ovvero colui che è disposto a tutto pur di proteggere il figlio filtrando ogni emozione ed esperienza negativa. Certo, Marie agisce in buona fede, cercando di proteggere la figlia, ma il suo comportamento è malsano, il suo attaccamento sa di malattia. Sara compie senz’altro gesti avventati e scorretti, ma non sembra mai giustificato l’utilizzo che la madre fa della tecnologia per controllarla. Marie, per quanto si sforzi di proteggere sotto una campana di vetro Sara, non agisce da vero genitore, cercando di affrontare di petto la figlia e le azioni che ha commesso, anzi, distrugge ogni possibilità di confronto, prendendo delle decisioni tragiche ed estreme.

Black Mirror ArkangelInoltre, a Sara viene negato il libero arbitrio: non solo non può scegliere il suo destino, ma viene violata in quanto persona, con le sue caratteristiche e le sue inclinazioni. Crescere significa prendersi le responsabilità delle proprie azioni, nel bene e nel male, e questo a Sara non viene concesso.

Black Mirror, Arangel

Valutazione globale - 7.5

7.5

quando l'amore distrugge

User Rating: 4.75 ( 4 votes)

Black Mirror 4, Arkangel: un giudizio in sintesi

Il dramma esposto in questo episodio di Black Mirror è stato illustrato dalla Foster senza fronzoli inutili, con uno stile spoglio ed essenziale, freddo e cinico. La DeWitt è stata incredibile nell’interpretare con la sua fisicità tensiva l’ossessione che nutre per la figlia, alimentata da un amore bruciante e dilaniante. Marie non riesce ad amare davvero la figlia, poiché non le permette di diventare ciò che vuole, tramutando il sentimento più puro del mondo come quello che intercorre tra madre e figlia in un qualcosa di oscuro e crudele. Arkangel  è senz’altro un ritorno alle origini per Black Mirror, un episodio complesso e ansiogeno, che mancava da molto sulla scena.

Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook

About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

One comment

  1. Sono d’accordo con te. Il troppo amore ( o meglio la troppa ansia) per la figlia che sortisce l’effetto contrario. Un finale che vede tutti sconfitti, la madre, la figlia e il suo fidanzato. La piccola speranza data dal fatto che il prodotto è stato ritirato dal mercato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *