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Yo-Yo Ma

Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta – la recensione

Il Progetto di Yo-Yo Ma

Fin da bambino, il violoncellista Yo-Yo Ma è stato applaudito per il modo di rendere vive le composizione classiche. Nato a Parigi da genitori cinesi, emigra giovanissimo negli Stati Uniti, dove già a 6 anni si distinguelocandina-ver per il suo talento. La sua intera vita è un susseguirsi di successi internazionali nell’ambito della musica classica. Ma la sua curiosità spazia tra le musiche delle varie culture e, raggiunto l’apice del successo, fa della sua notorietà una missione. La missione di trasformare il linguaggio musicale in linguaggio universale di cultura, amore, e pace. Nacque così il collettivo internazionale del Silk Road Ensamble, che prese il nome dalle antiche rotte commerciali che univano i paesi dall’estremo oriente all’occidente. Quelle rotte commerciali videro importanti scambi culturali fiorire attraverso i confini geografici.

Il regista-documentarista Morgan Neville – premio Oscar per 20 Feet from Stardom, insieme alla co-produttrice Caitrin Rogers, racconta il viaggio personale e professionale di Yo-Yo Ma e degli artisti impegnati dal 2000 nel progetto più ambizioso della storia della musica.

I contenuti del film Yo-Yo Ma

Il film, in uscita il 24 Novembre nelle sale italiane, raccoglie interviste personali, performance, e filmati d’archivio dei protagonisti al progetto: musicisti e artisti internazionali, produttori e direttori d’orchestra. Un viaggio nella vita personale e professionale di alcuni tra gli oltre 50 musicisti più o meno noti, che suonano strumenti tradizionali e classici, in un ensemble sui-generis.

Yo-Yo Ma

Nel Silk Road Project troviamo un violoncellista classico suonare insieme ad una musicista di pipa cinese, un kamanchech iraniano o l’houd arabo. Un ensemble che trova l’equilibrio tra strumenti provenienti da culture e radici differenti, che si incontrano per creare un linguaggio nuovo. Una babele pacifica e prolifica, dove il linguaggio musicale supera le barriere politiche e culturali per creare qualcosa di nuovo.

Yo-Yo Ma, il wunderkind che vediamo in un filmato del 1966 suonare il violoncello per John F. Kennedy, percorre a ritroso la Via della Seta alla ricerca delle sue radici. E di radici parla anche la galiziana Cristina Pato, suonatrice di cornamusa dai capelli verdi, conosciuta come la “Jimi Hendrix della Galizia” che nel film parla dell’importanza di difendere e mantenere vive le tradizioni culturali.

“Spesso mi ritrovo a riflettere su chi sono e su qual è il mio ruolo nel mondo. Si tratta di un quesito che condivido con altri 6 miliardi di persone”. Yo-Yo Ma

Giudizio sul film

Bella la regia dove interviste e riprese delicate sono accompagnate da musiche classiche e improvvisazioni etniche. Nonostante tuttavia Yo-Yo Ma e i musicisti si dichiarino portatori di cultura universale e di un linguaggio super partes, il film di Neville parte da un punto di vista vagamente conformista, e pone l’accento sui tematiche prettamente mainstream occidentali.Yo-Yo Ma In seguito all’evento 9/11, da cui sembra prendere forma l’intero progetto (dopo il workshop sperimentale del 2000 a Tanglewood), la musica non è che il pretesto per parlare di xenofobia, repressione e di quei conflitti che ultimamente angustiano l’occidente di oggi.

Così troviamo l’artista musulmano-siriano che stringe amicizia con il pittore armeno-cristiano e insieme visitano  un campo profughi in Giordania dove regalano strumenti musicali. La musicista cinese – emigrata ai tempi delle Rivoluzione Culturale – che ritorna nelle Cina moderna e commenta laconica la perdita delle tradizioni in nome del dio denaro. Infine l’iracheno Kayhan Kalhor che dal suo esilio nel “libero” occidente sogna di tornare dalla sua bella moglie a Tehran, per insegnare il liuto tradizione alle nuove generazioni.

Se qualcuno tuttavia fosse interessato a vedere come anche da noi la musica supera le barriere culturali, vi invito ad assistere a uno spettacolo dell’Orchestra di Piazza Vittorio che dal 2002 promuove integrazione culturale e di riscatto sociale di superbi musicisti immigrati nelle periferie di Roma.

“L’intersezione di culture è dove emergono cose nuove.” – Yo-Yo Ma

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