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American Gods: Ian McShane dice che niente è come sembra

Ian McShane protagonista di American Gods “la tocca piano”: “Di ogni show si dice che è innovativo, che è quello che può cambiare il gioco? Beh, questo in realtà potrebbe esserelo davvero”. L’ex co-lead di Deadwood, con apparizioni in Game of Thrones, Ray Donovan e American Horror Story, però una cosa o due riguardo la televisione innovativa le sa. L’attore britannico ha partecipato al panel di Starz all’evento Contenders Emmy e ha discusso la sua parte nel ruolo dell’enigmatico Mr. Wednesday nella nuova serie di Bryan Fuller, che è un adattamento dal romanzo fantasy del 2001 di Neil Gaiman.

American Gods e Ricky Whittle

Il debutto avverrà il 30 visto aprile e American Gods ci porterà in un mondo nel quale gli antichi dei vengono sostituiti da nuovi dei, con le antiche divinità mitologiche di un tempo che temono l’irrilevanza visto che i loro credenti o muoiono o sono sedotti dal denaro, dalla tecnologia e dalla celebrità offerte loro dai rivali più giovani. american godsLo spettacolo ha come protagonista Ricky Whittle nel ruolo di Shadow Moon, un ex detenuto che, alla deriva a causa della recente morte della moglie, diventa guardia del corpo e compagno di viaggio di McShane. Ma in verità, il Mr. Wednesday è una potente divinità antica, in una missione che attraversa il Paese per reclamare la sua gloria perduta.

Whittle ha ammesso che prendere in mano un romanzo di culto non è stata una scelta facile. “C’è stata grande pressione,” ha detto. “Sono sedici anni che il fandom aspetta un adattamento, e la pressione di riuscire a dargli ciò che hanno immaginato è tanta. Ma quando un fan immagina una cosa, lo fa senza porsi limiti in generale, né di budget e soprattutto ognuno lo fa a modo suo, così abbiamo dovuto avvicinarsi più che potevamo alle aspettative.” Tuttavia, ha insistito sul fatto che la serie non è un’imitazione didascalica. “Ho iniziato a leggere il libro”, ha detto Whittle, “e Bryan e Michael mi ha fermato. Hanno detto, ‘Guarda, non stiamo ricreando il libro.’ Nel libro, Shadow Moon è stoico, e il monologo interiore è notevole. Nessuno vuole guardare un uomo che ogni settimana passa il suo tempo a pensare, quindi abbiamo dovuto creare più strati. Lui parla di più, fa più domande.”

American Gods e Ian McShane

McShane ha riconosciuto che il ruolo era una sfida per Whittle. “Ricky ha ottenuto la parte più difficile”, ha detto, “perché Shadow Moon è gli occhi del pubblico, che vede la storia attraverso di lui. Quindi non è un personaggio proattivo. Ma abbiamo trovato il modo di fare funzionare la cosa in un buddy road movie, cosa che lo show è, in un certo senso, per i primi tre episodi. american godsPoi iniziano ad esserci rivelazioni dopo rivelazioni e altre ancora. Il problema del parlare di questo show è che devi vedere come succedono le cose. Niente è come sembra. Mai”

Oltre a McShane e Whittle, il cast stellare comprende Crispin Glover, Orlando Jones e Gillian Anderson, che appare nel ruolo del nuovo dio Media, un riconoscimento all’esplosione degli strumenti di social media nei 16 anni da quando il libro di Gaiman è apparso. “Abbiamo creato un ibrido tra media e fama in un unico personaggio”, ha spiegato Fuller, “così ogni volta che si manifesta Media, si manifesta come una persona famosa morta, un personaggio che ha contribuito non poco al panorama artistico. Così la vediamo come David Bowie e Marilyn Monroe e Judy Garland. E la cosa che ci ha sorpreso di Gillian è che non solo ha una meravigliosa mimica, ma è anche così disposta a trasformarsi per un ruolo. American GodsQuando lei ha fatto Marilyn Monroe, siamo stati scioccati da quanto fosse impegnata a portare quel personaggio in vita “.

I temi del romanzo, in cui le antiche tradizioni improvvisamente sono minacciate di estinzione, sembrano particolarmente rilevanti in questi tempi turbolenti, però McShane ha insistito, “Non è uno show politico. Accade solo che lo abbiamo fatto nel momento in cui le cose accadevano in questo paese.” Invece, i creatori lo vedono come una storia senza tempo. “Credo che, prima di tutto, si tratti di una piattaforma meravigliosa per parlare di fede e credenza e dove mettiamo le nostre energie in questo Paese” ha detto Fuller, “e tutti quei temi sono davvero emozionanti. Poi guardiamo i fantastici personaggi, dei e mortali, e ci troviamo con una grande scatola di giocattoli che continua ad essere in grado di essere spacchettata.”

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Fonte: Deadline

About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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