Nico, 1988: la trama
Il film di apertura della sezione Orizzonti di Venezia 74 è Nico, 1988, diretto da Susanna Nicchiarelli che proprio alla Mostra del Cinema di Venezia aveva presentato il suo primo lungometraggio, Cosmonauta, vincitore nel 2009 del premio Controcampo.
Nico, 1988 è un biopic dedicato all’ultimo tour della cantante, attrice e modella tedesca Nico, pseudonimo di Christa Päffgen. Le vicende si dipanano fra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, la campagna polacca ed il litorale romano e fanno emergere le contrapposizioni di una donna dalle mille sfumature che con la sua carriera da solista ritrova se stessa, liberandosi del peso della sua bellezza e ricostruendo un rapporto con il suo unico figlio dimenticato. È la storia di una rinascita, di un’artista, di una madre, di una donna oltre la sua icona.
Christa Päffgen in arte Nico
Nico, 1988 è sicuramente un film dal profilo internazionale, un road movie a tratti drammatico, a tratti ironico con un personaggio forte al centro di una band di composta da musicisti disagiati e romantici. Un film che parla di musica con la musica, che porta alla scoperta di una donna cupa e sarcastica, che ha dentro di sé un duplice demone, il difficile rapporto col figlio ed una dipendenza da eroina che la condiziona in ogni ambito della vita. Ma Christa Päffgen è molto di più, è una sfaccettata e complessa, è una donna ed una madre al di fuori della sua immagine di rock star tormentata.
A dare volto e corpo a Nico è Trine Dryholm, nata come cantante, musa di Thomas Vinterberg ed Orso d’Argento per la Miglior Attrice al Festival di Berlino con La Comune. La sua interpretazione non è una mera imitazione di Christa Päffgen, bensì una rielaborazione sensoriale ed emozionale del personaggio che esce prepotentemente nelle numerose scene in cui canta.
L’ambientazione anni Ottanta è ripresa anche visivamente con la scelta del formato 4:3, della bassa qualità video e con l’utilizzo dei colori delle luci utilizzate in quel periodo ed aiuta sicuramente lo spettatore ad immergersi nel mondo rock underground della fine degli anni Ottanta.
Nico, 1988
Valutazione globale
Ritratto interessante
Dichiarazioni dalla sala stampa
Presente in sala stampa Susanna Nicchiarelli ha spiegato che il progetto parte dalla voglia di raccontare la figura che c’è dietro alla cantante Nico, di cui si parla solo in funzione degli uomini famosi con cui è stata come Jim Morrison, Bob Dylan, Alain Delon (da cui ha avuto anche un figlio, Ari) oppure soltanto in virtù dell’esperienza Dolce Vita-Factory-Warhol-Velvet Underground. Ma Nico è stata molto di più e la sua carriera non si è conclusa, come molti pensano a 34 anni.
Sempre a proposito del suo progetto Susanna Nicchiarelli ha spiegato come, pur partendo da una documentazione storica, purché piuttosto scarsa, abbia deciso di reinterpretare, rivivere e rielaborare emotivamente tutte le componenti del racconto, introducendo e modificando alcuni personaggi per raccontare una storia contemporanea ed universale. La storia di un’artista che trova soddisfazione nella sua arte solo dopo aver perso la maggior parte dei suoi fan; raccontando di una delle donne più belle del mondo che si scopre felice soltanto dopo essersi finalmente liberata della sua bellezza
Certamente Nico, 1988 può avere il pregio di creare curiosità attorno ad un’artista dimenticata, una musicista complessa, con una tra le produzioni più coraggiose del periodo che ha saputo coniugare provocazione, esperimento, ironia e coraggio.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook